martedì 23 dicembre 2008

Chiusura Natalizia!

Da bravo italiano medio quale sono mi accingo a devastarmi di cibo, tra pacchetti colorati e servizi del Tg2 costume società in cui si enumerano le tonnellate di lenticchie, gli tzunami di vino rosso e i decibel di un rutto nella media nazionale al 25 sera.

Siccome non ci tengo a fare l'alternativo, e quindi da bravo tradizionalista prevedo un tour de force tra arrosti, pesce, alcool e panettoni che partirà domani e si concluderà a Santo Stefano inoltrato, poi mi toccherà sostituire la bici con una tavola da snowboard e spararmi almeno 1500 km di piste per digerire le abbondanti libagioni testè ingollate.

Tanto poi si sà che dopo 3 piste ci si pianta al rifugio e si riprenderà storditi come non mai solo dopo: antipasto, gulash, stinco con patate, un litro di rosso a testa, contorni, formaggi, insalata, dolce, frutta, caffè, ammazzacaffè, bombardino... che ci volete fare, me piace la montagna!

Ergo vi saluto tutti con affetto (e affettato misto, con formaggi e mostarda) e vi do appuntamento a Gennaio. Al mio ritorno importanti novità, che non svelo adesso per lasciare un po' di sana curiosità...

Anzi no, dài, qualche preview: una bici corsara che diventa sempre più café racer, un babbo natale che ti lascia un regalo da urlo come se nulla fosse, e poi, naturalmente, verrà svelato il senso del post precedente ;)

Ciauuuu!

lunedì 22 dicembre 2008

Калинка?

Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!

Ах, под сосною, под зеленою, Спать положите вы меня! Ай-люли, люли, ай-люли, Спать положите вы меня.

Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!

Ах, сосенушка ты зеленая, Не шуми же надо мной! Ай-люли, люли, ай-люли, Не шуми же надо мной!

Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!

Ах, красавица, душа-девица, Полюби же ты меня! Ай-люли, люли, ай-люли, Полюби же ты меня!

Калинка, калинка, калинка моя! В саду ягода малинка, малинка моя!

giovedì 18 dicembre 2008

Adunata generale!

Con i poteri conferitemi dal Casco Nero
(che poi è di Gio.. )

visto
quanto siamo belli

visto
quanto siamo bravi

visto
quanto siamo simpa

PROCLAMO

l'adunanza generale del (Dream) Team, per ponderare in merito agli eventi ciclo-fissati-natalizi del week-end in arrivo

ERGO

tutti coloro i quali si ritengano di diritto facenti parte di suddetto manipolo di eroi, nonchè simpatizzanti e fancazzisti vari sono pregati di rispondere a questo post in maniera propositiva, purchè i loro interventi risultino poco seri, autoironici, casinari-casinisti e funky-ciclisti, nel puro spirito che ci muove quotidianamente sulle nostre due ruote.

COSI' E' STATO DELIBERATO

punto
punto e virgola
punto
e un punto e virgola


ps: dall'anno scolastico 2008/2009 l'iscriziona al (Dream) Team sarà di settecentomilalire :D

Scandinavian Xmas Alleycat

Allora fissati dei miei stivali, e comunque ciclisti-urbano-natalizi di ogni genere, pensavate di esservi liberati di me, verooooooo???!? E invece no!

Da oggi ritorno padrone del pc, della connessione internet e, sopratutto della mia vita!!!

Qual miglior modo per tornare in ballo che girare subitissimamente qui sul bloggo un ghiotto appuntamento pre-natalizio, giusto per farci gli auguri nel migliore dei modi!

Mi permetto di riportare in toto il programma che trovate in originale su Milanofixed:

"Nora & Troels hanno organizzato per sabato 20 un’alleycat natalizia, scandinava e milanese.

Tutte le informazioni dopo il salto.

Here it is!
- proudly presented by Nora and Troels -
Old school alley catting. Fast, furious and with a little twist good old Scandinavian Xmas style!

Meet up and we will surprise you with an alley cat, like you never seen it before. But since its Xmas. You´ll have to bring a nice, around a 4 euro, present. But remember it have to be wrapped.

So meet up in piazza San fedele the 20. December at 17.00. And BRING pens, maps and (if you’re cool) helmet.

We will be in need of some check point people, so if your girlfriend, her girlfriend or your best friend does not have anything to do that day and wanna help, please send us message.

If anyone has a good idea for a after party feel free to post it…"

Mi raccomando: penna, cartina, casco e un regalino tutto bello incartato!!!

Enjoy miei drughi!

venerdì 5 dicembre 2008

Down tube suicide brake

Ecco una biga trovata via velospace. Si parla poco tempo fa con Gio di mettere un freno di emergenza collocando la leva lungo il cambrone, appena dietro lo sterzo. Logicamente si trattava di elucubrazioni empiriche, visto che i tempi di reazione e azione in caso di necessità sarebbero stati biblici (vedi pericolo, sposta la mano da manubrio, afferra la leva, frena)...

Qui abbiamo un'applicazione abbastanza particolare: la leva del cambio si trasforma in freno. Stando alla versione ufficiale servirebbe per i tricks: si azionerebbe correttamente con il piede in fase di evoluzione.

Sinceramente me ne intendo poco (o niente) in materia, quindi rilancio a voi chiedendovi cosa ne pensate!

Per il sempreverde discorso freni, ad ogni buon conto, la soluzione migliore rimane quella tramandata dal buonsenso: le leve vanno dove si tengono le mani, in posizione comoda ed istintiva. Da non sottovalutare anche dei fattori squisitamenete funzionali declinati sulla persona stessa: per esempio io ho mani abbastanza piccole e mi è capitato in passato di avere sulle mie bici leve fighe ma scomodissime (con conseguente affaticamento di mani e polsi).

Rimango dell'opinione che è possibile sfornare bighe belle e funzionali anche in regime di low-budget, recupero e conversione, a patto di curarne bene l'assemblaggio. Dopo il reparto trasmissione, quindi, e lasciando da parte il discorso brakeless che comunque fa storia a sé, credo che la parte su cui meriti soffermarsi con più attenzione sia proprio il sistema frenante.

Che poi lo si usi o meno, beh, lì dipende da chi pedala e come lo fa. Rimane il fatto che se monti su uno (o due freni) in modo approssimativo significa che più di tanto non ci puoi fare affidamento, il che non è propiamente il massimo visto quanto la categoria ciclettara sia già di per sé esposta in strada...

Il discorso vale anche per il dopo: un minimo di manutenzione è divertente, ti fa passare il tempo e ti impratichisce. Sopratutto per chi, come me, è comunque all'inizio: si impara molto (sia a capire il mezzo che ad intervenirvi correttamente in modo preciso e veloce) anche con semplici operazioni di routine; di rimando la bici è sempre in ordine e funzionale.

martedì 2 dicembre 2008

Lavori in corso

E' tempo di fare il punto della situazione:

l'alleycat ha messo a dura prova la bici, però ha retto e mi ha portato fino in fondo. Anzi, si è beccata, oltre alla gara, dei giorni impegnativi sotto ogni punto di vista: neve, pioggia, ore su ore di pedalata intensiva, cadute, etc...

Alla fine di tutto sono emersi questi problemi, quasi tutti che interessano l'avantreno: la serie sterzo si è allentata di brutto e il perno del mozzo anteriore da registrare, il manubrio sabato sera basculava allegramente avanti e indietro a mò di altalena; inoltre deve essersi leggermente allentata la calotta sinistra del movimento centrale, perchè percepisco un leggero gioco; tutti i cuscinetti della bici urlano.

Sono invece molto contento della tenuta della catena (perfettamente tesa), delle gomme che hanno retto, dei raggi che non hanno dato problemi e in genere di tutto il retrotreno che è rimasto perfettamente solido.

Colgo quindi l'occasione per una manutenzione straordinaria generale. I primi interventi li ho già fatti: una pulita a fondo del telaio e catena per via di tutto il sale e acqua presi; pignone da 22; cambio di pipa manubrio con una più lunga. Sto inoltre predisponendo un manubrio a gabbiano bello comodo, alto e largo da utilizzare per il bike polo e il passeggio, visto che ormai la posizione di guida della piega sta diventando sempre più aggressiva.

I prossimi interventi invece interesseranno mozzi e movimenti: smonterò tutto per controllarne le condizioni, cambio di sfere e cusicnetti alla bisogna, ingrassatura e rimontaggio.

Per quanto riguarda la mia prima fissa l'avevo rimontata in versione praticamente originale per avere un muletto pronto all'utilizzo. Ho dovuto però smontarla nuovamente per mancanza assoluta di spazio. In realtà il progetto continua, perchè ho deciso di rimetterci mano completamente e con calma: svernicerò il telaio e lo farò riverniciare in carrozzeria dello stesso colore, smonterò le ruote per una pulizia accurata, nuovi raggi e probabilmente mozzi, manubrio da passeggio e forcella anteriore cromata. Sella e pipa manubrio della versione originale. Una volta finita poi la porterò a casa dove al momento mi manca una bici per girare in città quando torno a trovare la famigghia!

lunedì 1 dicembre 2008

La sicurezza

Questo post è MOLTO IMPORTANTE, perchè fornisce una chiave di lettura a quanto scritto in precedenza sulla Alleycat appena trascorsa. Avrei dovuto magari smorzare i toni e spiegare meglio determinate circostanze, ma ho cercato il più possibile di dare un resoconto passionale, che descrivesse l'emozione del momeno.

Potrebbe apparire quindi come il decalogo di una serie di pazzi che mettono in pericolo sé stessi e gli altri gratuitamente fregandosene del codice stradale perchè fa figo, come fa figo andare senza freni.

Non è così.

Innanzitutto la sicurezzza è stata ampiamente ribadita dagli organizzatori, e quasi tutti comunque hanno accolto la soluzione casco spontaneamente. Io stesso mi sentivo più sicuro ad averlo, anche se è logico che bisogna pur sempre considerarne i limiti.

Secondariamente lanciarsi nel traffico o tra i pedoni significa farlo avendo BEN CHIARO cosa si sta facendo e comunque solo a patto che lo si faccia sicuri di non rischiare di fare e farsi male e di riuscire comunque a moderare la velocità o fermarsi in caso di vero pericolo.

In proposito, in tutto il corso della gara non ho sentito frenate brusche e clacson di auto, nessun pedone ha urlato improperi, è stato investito o ha rischiato di esserlo e, nel mio caso, le poche vere frenate di emergenza comunque si sono risolte senza rischi.

Per quanto riguarda il rispetto del codice secondo me vale una regola: l'infrazione ci sta quando è possibile farla. Con il rosso siamo passati esclusivamente in massa critica, fermando il trafffico e segnalando ampiamente il passaggio delle bici. Io da solo rallento sempre, se vedo che non c'è nessuno in transito passo, se no mi fermo. così è stato in tutto il tempo che ho corso da solo. I cambi di carreggiata, le svolte e qualsiasi altra segnalazione ad auto e pedoni la si fa in maniera chiara e visibile, magari dando qualche colpetto sulle auto ferme, sbracciandosi o urlando le propie intenzioni. In questo modo, ripeto, non ho visto nessuna situazione a rischio: se riesci a farti vedere e capire nel 90% dei casi hai strada, il rimanente 10% è l'eventualità a cui devi essere pronto e a cui sei totalmente teso.

I pericoli più infidi secondo me rimango i soliti: le portiere che si aprono, le rotaie, il pedone distratto, il cane con il giuinzaglio lungo, il pavè, la pioggia, sottovalutare la stanchezza etc.

Rimane tuttavia quel pizzico di inoscienza: in fondo corri, e lo fai in mezzo ad un numero X di ostacoli più o meno pericolosi. Se accetti l'alea, avendo ben chiari i tuoi limiti e quelli del tuo mezzo (ad esempio, quello che vedo in chi va in fissa da tanto tempo è il controllo praticamente assoluto del mezzo), quando è il momento di dire basta, rallentare o fermarti, allora puoi goderti adrenalina ed emozioni forti.

Altrimenti sei veramente un pericolo per te e gli altri e fai meglio a lasciare la bici in garage e prendere i mezzi pubblici o farti una bella passeggiata.

BFF 2008: Bike Polo!

Dopo gli ultimi, kilometrici, post smetto di essere logorroico e pubblico qualche orribile foto (la mia mano non si smentisce mai!) fatta questo pomeriggio al Bike Polo in San Fedele. Io ero relamente troppo stanco e connettevo poco, in più oggi la bici emetteva scricchiolii e rumori degni di un vascello fantasma, ma al prossimo giro DEVO troppo giocare!

BFF 2008: urban velodrome party

Dopo la premiazione ho un bisogno quasi disperato di rientrare a casa: errore tragico sottovalutare la pioggia e sono troppo bagnato per sperare di asciugarmi "naturalmente"...

Si farebbe molto prima a tagliare per il centro, visto che devo tornare in Loreto, ma con Gio preferiamo fare insieme un pezzo di strada: siamo stanchi e infreddoliti, e in due almeno ci si tiene compagnia.

Sotto la pioggia a dirotto quindi imbocchiamo la circonvalla fino a Lodi e ad ogni pozza le auto rincarano la dose di acqua che già viene giù dal cielo.

Rientro bagnato ma abbastanza veloce. Mi regalo una doccia e una pastasciutta oversize. Giusto il tempo di riscaldarsi a dovere e mettersi vestiti asciutti che sono di nuovo in sella: appuntamento in duomo alla volta dell'urban velodrome party!

Qui si apre un capitolo a sé stante: una rampa che curva a sinistra porta al parcheggio della coop location della festa. In attesa di entrare foto alle bici, arrivano altri fissati, si chiacchiera e finalmente dentro: spettacolo puro!

Il parcheggio è proprio un parcheggio (ovvio, lo sapevano pure i muri!), con tanto di segnaletica orizzontale e carrelli. in fondo lo stage, sulla sinistra l'isola bar e stands. Parallela alla zona disco-party una bella corsia in cui fare i fessi con le bici a proprio piacimento. DA PANICOOOO!

Ci togliamo la bardatura e cominciamo a girettare in sella: il posto si riempie sempre di più, ma quanta gente sta arrivando??!? Tricks di BMX, tipe tutte in tiro, cuba libre e gadget: la festa si fa davvero interessante.

Via subito a farsi fotografare in pose tamarre con sorrisetto a metà tra Rocco Siffredi e Jack Nicholson. Questo posto spacca davvero! L'alcool comincia a fare effetto, e mi trovo a ballonzolare qua e là perdendo e ritrovando gli altri. Qualcuno si lancia in abbordaggi improbabili, mentre altri sfoggiano tutti fieri i cappellini gadget: ma dove minchia li danno??!? cerca le tipe che li distribuiscono. naturalmente sfigato come sono non le trovo... vabbè vodka lemon allora! Cominciano i trick con le fisse, i brindisi, si sparano minchiate e si pedinano tipe.

Arrivati ad una certa ora si decreta, a malincuore e solo perchè la stanchezza comincia a farsi veramente sentire, il rientro: ci si riveste, per fortuna non piove. Tappa in duomo per la siga della buonanotte. Irreale da quanto è bella così deserta e silenziosa. poche volte da quando sono a Milano me la sono goduta così, nonostante il freddo e la stanchezza.

Ci salutiamo e faccio da solo l'ultimo pezzo di strada. Non incrocio quasi nessuno. Nonostante la sella fradicia, a serie sterzo saltata, la pipa manubrio molla (con la piega basculante) e la ruota anteriore che ballonzola leggermente (e vabbè pensavo peggio dopo l'alley!) la bici mantiene ancora la sua promessa e riesco a godermi un silenzio quasi assoluto lungo la strada.

Mi cambio e prima di addormentarmi cerco di buttar giù velocemente sul blog tutto quello che mi passa per la mente, poi rientrano anche gli altri in casa e finalmente cado vinto dalla stanchezza.

Ho dormito veramente di gusto.

domenica 30 novembre 2008

BFF 2008: I love Milano #2 (foto in aggiornamento)

Credo che questo post sarà lunghissimo...

Sabato mattina sveglia tranquilla e comoda: la sera prima con Giorgio abbiamo preso veramente un gran freddo in attesa della Chupito Race (che poi è stata trasformata in una slow race). Decido di starmene al calduccio a casa, tanto non occorre andare in ciclofficina per le ultime messe a punto. Pranzo sul prestino e preparazione: galeotto fu quel barlume di sole! Medito che non ci sarà pioggia, quindi mi riparo semplicemente dal freddo: 2 paia di calze di lana, 2 maglioni, piumino, guanti di lana e cuffia sotto il caschetto. Nello zaino 2 camere d'aria di scorta, scarpe e maglione di ricambio, 4 merendine, bottiglione d'acqua, cartina di Milano.

Alle 2 meno un quarto con Nephasto ci dirigiamo verso il centro, dopo una pompatina alle gomme al ciclista sotto casa. Entrando in piazza San Fedele è già spettacolo: tante bici, e ancora di più in arrivo. E' pieno di gente di tutti i tipi: da quelli supertacnici a quelli superscazzo, dai completini da ciclismo ai calzettoni da sci, caschetti e cuffioni col pon-pon, braghe corte e jeans stracciati.

Ci si trova con gli altri, si cazzeggia, si ride, tutti che fanno foto: aria di festa insomma. Il tempo sembra tenere e ci si comincia a levare qualche capo d'abbigliamento. Si fanno gli ultimi preparativi, cercano le facce note, le bici che di solito vedi in Internet nei vari blog e siti, si fa la conta di chi c'è e chi non c'è.

Si passa così circa un'oretta, tutti carichi e pronti a partire: per molti sarà la prima alleycat, per i veterani invece una nuova sfida, questa volta da vincere visti i premi in palio.

Formiamo tra di noi la nostra squadra: io, Nephasto, Giorgio, Lorenzo, il suo socio Carlo (conosciuto tralaltro la sera prima) e morosa entrambi in MTB.

Arriva Heckto e la piazza freme: l'attraversa tutta fino ad arrivare alla statua di Manzoni dove si mette sui gradini insieme a Camilla. Si aprono le iscrizioni: si registra il nome e consegna della spoke card con il numero di gara. Ho il #24. é una card quadrata e piccolina, con disegnata su una pizza; ci si affrettano a incastrarla orgogliosi tra i raggi, sopratutto per quelli come noi: la prima, finalmente!

Finito il caos delle iscrizioni si comincia a fare sul serio, la piazza si ammutolisce. Gli organizzatori finalmente danno le istruzioni della alleycat: check-point in ordine totalmente libero di arrivo e numero a punteggio. quelli più lontano, fuori milano, valgono ben 20 punti, quelli più semplici e vicini 2. Le stazioni valgono pure loro e tutte: devi timbrare il foglio di gara come un biglietto del treno. due ore a partire dal via, tassativo presentarsi all'arrivo al cinema Mexico entro tale tempo: si sincronizzano gli orologi. Si danno indicazioni di massima sulla sicurezza, ed ogni istruzione viene prima data in inglese e poi in italiano, vista l'affluenza di stranieri. Si fannno battute ad alta voce, si ride, si applaude, ma in piazza si sta attenti, perchè tutto quello che bisogna sapere lo diranno solo ora. Viene anche comunicato il numero dei partecipanti: 112 iscritti: esplode un boato di urla fischi e applausi.

Nessuna domanda, si parte: viene dato l'ordine di legare le bici, tutte contro il palazzo di fronte alla chiesa: ci sia avvia lenti, le si lega con cura, cercando un posto di facile accesso. Noi del nostro gruppetto le mettiamo una sopra l'altra con una sola catena: Nephasto, che ha la bici sopra tutte, dovrà correre avanti alla partenza per slegarle, poi noi man mano le tireremo fuori in ordine.

Ci avviamo tutti, con calma, verso la parte opposta della piazza, tutti allineati ai piedi della scalinata della chiesa pronti per il segnale . al via bisogna correre in fondo alla piazza, girare a destra verso piazza della Scala e circumnavigare palazzo Marino tornando in San Fedele dall'ingresso alla destra della chiesa, correre verso la statua di Manzoni dove sono disposti i fogli di gara, prendere il proprio ed infine correre a slegare le bici. Da lì in poi si parte a razzo.

Tre, due, uno.. Via! La partenza è qualcosa difficile da descrivere: più di cento pazzi vestiti in maniera assurda che si lanciano correndo e urlando come unni nel pieno centro di Milano. Ai lati di San Fedele c'era già un bel po' di curiosi che stavano osservando, ma l'emozione di invadere piazza della Scala è delirio puro: la gente intabarrata in cappottoni si scansa impaurita, divertita, attonita, due camionette della polizia vengono quasi prese alla sprovvista e più di qualcuno ha visto gli agenti agitarsi un po' per questo improvviso caos. Corrrere correre correre, sembra che questo allungo, quasi tutto in curva, ti tagli gambe e fiato per esser partitti così di colpo e a freddo. Si spinge nella calca, via, foglio di gara preso, forza verso le bici!

Le sleghiamo e poi il momento forse più importante di tutta la gara: gettiamo le bici per terra in mezzo all'area pedonale, apriamo tre cartine di Milano per terra e cominciamo a studiare il percorso (te possino Carl0: te ne stavi bello seduto sulla mia bc!!! ;P) scoprendo le tappe, il tutto in mezzo ad altri pedoni e passeggianti che non si capacitano di cosa sta accadendo. Ma come il resto di tutta la gara il mondo circostante è ovattato: sai di essere osservato, motivo di curiosità, ma non hai il tempo di farci più caso del dovuto.

pianifichiamo di battere la zona ovest di Milano su una fascia che va da Nord a Sud. Chi sa la strada apre la pista alla squadra dando il ritmo. Il percorso è fatto: si salta in sella.

Qui comincia la vera gara. Qui scopri cosa significa andare veramente in fissa, in mezzo al casino, tirando. Prima tappa Cadorna, attraversando tutta la zona pedonale come dei fulminati zigzagando tra la gente, tanta gente. Non è lo zig zag sciallato al quale sono abituato: Carlo sta dando un ritmo già sostenuto, per di più considerando che c'è gente ovunque. Nephasto urla a gran voce "LARGOOOOO" "STRADAAAAA" "SCANSATEVIII". in piazza Cordusiogli altri passano afilo di un tram che si sta fermando e io devo bloccare di colpo la ruota infilandomi tra il tram e un taxi, scavalco l'ostacolo e vedo una 50 di metri più in là una bici, mi sparo verso il castello e scopro che non è il mio gruppo ma altri due partecipanti, li sorpasso e prendo la strada che porta dal castello a Cadorna da solo, tirando il più possibile forte dell'asfalto liscio. Entro in Stazione pedalando in mezzo a frotte di scouts zainodotati, vedo gli altri e getto la bici per terra per timbrare ad una obliteratrice. Si formano subito intorno a noi dei gruppi di curiosi e si sentono i soliti "ma non hanno i freni!". ripartiamo da dentro la stazione in bomba urlando di fare strada, e qui mi cago quasi addosso vedendo il numero di Giorgio davanti a me di mezzo metro: siamo ancora sulla piazzola pedonale e dobbiamo scendere dal marciapiede, però un tram è appena partito: faccio in tempo a vederlo sfilare al mio fianco che Giorgio si butta giù alla Indiana Jones dal marciapiede subito davanti al tram. Non riuscendo a scendere proseguo sul merciapiede e mi fiondo giù al primo scivolo dietro al tram.

Ho gli altri sempre in contatto visivo, ma capisco subito che c'è qualcosa che non va: c'è tantissimo traffico, troppo: il mio rapporto è poco agile e va bene sugli allunghi, ma perdo ogni volta gli altri quando cominciano ad eserci troppi ostacoli, riprendendoli sul dritto. Il ritmo si fa veramente pesante. con il gruppo si crea Massa Critica: non esistono stop o semafori, ci si impone agli incroci fermando le auto, il percorso tra le macchine in colonna invece è sempre il più veloce, a volte si sfora nell'altra carreggiata contromano o passando per pochi centimetri tra due auto che stringono.

Ci perdiamo un attimo perchè non conosciamo bene la zona e tirar fuori la cartina significa perdere tempo: andiamo di orientiring spinto e ci infiliamo in un senso vietato a tutta birra occupando tutta la carreggiata: le auto devono fermarsi per forza. "Per fortuna che ho il casco" penso...

facciamo così due check-point, in uno ci regalano una maglietta, al secondo invece entriamo dentro Ciclistica dove ci attende un teatrino fantastico*: tutto buio eccetto uno strobo, loschi figuri in passamontagna ci prendono allegramente a mazzate (penso che fossero camere d'aria o gomme, ma non ne sono sicuro!) urlando, impedendoci di arrivare al banchetto in fondo alla stanza dove ottenere il timbro "BELLALI'" sul foglio di gara. usciti ci inveiscono contro di muovere le chiappe che stiamo partecipando ad una gara!

*(nel video ufficiale compariamo tutti noi, da notare l'arrivo in botta, il mio arrivo invece loffio seguito da un fiondarmi dentro bello baldanzoso ignaro delle mazzate, Nephasto che esce e poi rientra perchè non ha timbrato e Lorenzo che continua a prenderle anche fuori)

riaprtiamo ancora ridendo e decidiamo di spararci una tirata verso uno dei check-point fuori milano: 20 punti, se facciamo quei 15 km andata e ritorno poi possiamo direttamente tornare al Mexico, anche se non pè propiamente una passeggiata.

E qui il fattaccio: rimango di nuovo indietro e mi tocca fermarmi. Perdo gli altri definitivamente... Comincia a piovere, non conosco per nulla la zona e vengo preso da uno sconforto epocale. Ritrovo la strada per Cadorna e li sento per telefono: sono in Ticinese, hanno fatto un altro check. Mi aspettano lì. Riparto poco convinto: la via è un casino infernale, non si riesce a zigzagare quanto sono strette le macchine e i marciapiedi pieni di gente. Però...

...Vedo sfilare un fissato come un razzo sulla linea di mezzeria, mi vede e mi urla un saluto di incitamento: riprendo forze e sopratutto morale! Circonvallazione e mi ritrovo in Ticinese: gli altri mi aspettano a Famagosta... ma anche loro si sono sfaldati, cambio di percorso.

cacchio ho saltato il check... torno indietro e, materialmente, vengo fermato e accompaganato al timbro dai ragazzi dello staff. Mi devono aver visto male, mi chiedono quante tappe ho fatto e mi salutano dicendo di non mollare. Mi sparo verso porta Genova, arrivo al mercato, costeggio il naviglio (maledicendo a più riprese ed alta voce pavè, traffico, pioggia e tram) e prendo il cavalcavia della circonvalla, ritrovando Giorgio e Nephasto a San Gottardo. Gli altri dispersi per motivi tecnici. Loro hanno fatto Famagosta e San Gottardo, la prima impossibile per me perchè troppo lontana, la seconda la salto perchè per timbrare bisogna fare un giro dell'oca.

A malincuore riparto e ci infiliamo in velocità nella preferenziale della circonvalla. Ritorniamo a Porta Genova per timbrare e decidiamo di puntare verso Garibaldi. La strada è adrenalinica per via del pavè infido e di un traffico che sembra aumentare sempre di più. In più sono tutto completamente fradicio, le gambe cominciano a farsi pesanti ed è calato il buio. All'altezza della Cattolica ci rendiamo conto che si sarebbe usciti fuori tempo e decidiamo di tornare indietro e puntare direttamente al traguardo.

Ripasso per la 4 (o 5?) volta per Sant'Ambrogio e lungo la strada, ad ogni incrocio, altri fissati stanchi si uniscono a noi chiedendoci se stiamo andando al Mexico. Veniamo anche raggiunti da un gruppo ancora affiatato e veloce che ridà fiato ai superstiti, e così il serpentone si snoda fino a via Savona. Imboccata penso che è vero, l'ho finita, ce l'ho fatta! Mi fermo tipo ghiacciolo e mi metto in fila per registrare il mio arrivo allo stand davanti al cinema. Consegno, ce l'ho fatta davvero! Certo, pochi check e pochi punti, ma ci sono riuscito penso più che digntosamente considerando la mole della alleycat, e sopratutto il fatto che era la prima!

lego la bici, attendo che diano l'orario della premiazione e poi con Giorgio ci avviamo verso dei nostri amici in zona: piove a dirotto e la stanchezza, unita alla tensione che si libera, pietrifica le ginocchia. Arriviamo zuppi come non mai, finalmente caldo, birrra e una bella sigaretta.

Ci asciughiamo alla meglio e alle 19.30 ripartiamo per la premiazione al Mexico. Il nostro (Dream) Team porta a casa un premio! Lorenzo ha vinto come "the last fuckin' one" (perchè è arrivato filo filo alla chiusura dell'arrivo) e porta a casa una maglietta e una cena per due. ghiottissimi tutti i premi della classifica generale dei migliori 9, delle ragazze e degli out of town. premio per tutti invece l'ingreso gratis alla festa della sera.

c'è poco da dire, divertentissima, dura(ma non impossibile: hanno concluso in 100 su 112 partecipanti), folle, adrenalinica. Queste sono le prime parole che mi vengono in mente, anche se, realmente, è tutto il contesto, lo spirito, la gente e l'organizzazione che hanno reso memorabile questa giornata!

foto (in aggiornamento):

flickr di ibcbulk
diedlastnight.com (notare come io e Nephasto apriamo l'album di foto!!!)
flickr di j001
flickr di Heckto

La prima alleycat...

sono quasi le 5 del mattino, dopo una giornata intensissima e.. fantastica! Voglio assolutamente buttare giù a caldo una serie di pensieri che mi frullano in ordine sparso per la testa adesso che sono tornato a casa, tanto poi seguirà un post dove racconterò bene tutto.

Adesso voglio semplicemente rispondere ad una domanda:

Cos'è una alleycat come la I love Milano per chi ne affronta una per la prima volta?

è correre sotto la pioggia come dei pazzi in mezzo ad una Milano intasata dal traffico di auto e pedoni del sabato pomeriggio

è sentirsi gelare, bagnati fino alle ossa, sopratutto quando viene buio

è il clima di festa di più di 100 persone in bici in una piazza, ognuno diverso dall'altro: dal supertecnico a quello con i calzettoni di lana tirati fin su al ginocchio, ma tutti casinari e pronti a partire

è piombare come dei razzi nelle stazioni dei treni in bici, abbandonare le bici per terra al volo per segnare il check-point e renderti conto di sfuggita che la gente si ferma a crocchi intorno a te incuriosita

è arrivare ad una festa spettacolare in bici ed entrarci a cavallo

è fare massa critica fermando il traffico quando si attraversano gli incroci

è perdere il tuo gruppo e ritrovarti a correre da solo perdendoti in una zona che non conosci

è stendere una, due, tre cartine aperte in mezzo ad un marciapiede per pianificare il percorso, incuranti di tutto ciò che sta intorno

è arrivare al traguardo entro il tempo massimo e rendersi conto che l'hai finita

è una spoke card in mezzo ai raggi che non è un orpello di mera bellezza, bensì il ricordo di qualcosa che hai vissuto fino in fondo

è entrare in casa completamente zuppi, con due dita di acqua nello zaino e le scarpe che ne buttano fuori ad ogni passo

è correre su è giù per le scale dei ponti che attraversano i navigli con la bici in spalla

è guanti e cuffia di lana, casco, due maglioni, piumino, k-way, calze di lana con sopra sacchetti della spesa con sopra altre calze di lana, ma le pallesempre gelate per la sella bagnata

è sentire l'acqua a secchiate sulla faccia mentre corri

è cercare di non pensare più di tanto che stai facendo ziga zag tra le auto su un pavè viscido, perfettamente conscio che le tue ruote non tengono una cippa

è fare casino prima e dopo, ma essere totalmenete concetrati sull'obbiettivo durante

è infilarsi a tutta velocità nella zona pedonale urlando alla gente di fare strada

è incrociare tantissimi altri concorrenti lungo tutto il percorso

è fare il figo alla festa con le tipe tutte tirate quando ti chiedono se hai partecipato alla gara del pomeriggio

è stare alla festa in mezzo a suddette tipe tutte tirate vestito come un disperato, con la mano sinistra che tiene la bici e la destra un cuba (gelato... BRRRR)

è decidere di tornare indietro perchè non si farebbe in tempo a fare un altro check-point, il fiato comincia a mancare e si è stanchi

è un solitario supertecnicissimo che ti sfila a 300 all'ora, e che provi inutilmente a riprende mulinando come un criceto mentre lo vedi inesorabile allontanarsi all'orizzonte

è la tensione di essere concentrati al massimo perchè alla prima minchiata ti ammazzi sul serio

è fumarsi l'ultima sigaretta in una piazza del duomo deserta e magica alle 3 e mezza di notte

è sentire un gruppo di ragazzini affollati intorno alla tua bici (mentre bestemmi con la cartina strappata e bagnata in mano) che recitano in coro e sconvolti l'immancabile "ma non ha i freni!"

è le bici che compaiono man mano formando un un gruppo numeroso mentre ti avvicini al traguardo

è perdere il conto di quante volte ti si è infilata una ruota tra le rotaie senza cadere

è capire tutto d'un colpo mille cose sulla fissa e come guidarla quando si corre sul serio

è maledire il rapporto che hai montato con tutte le tue forze

è veramente lunga

è spararsi la circonvallazione all'ora di punta sapendo che manca poco tempo alla chiusura della gara

e sedersi tranquillo a casa, dopo una doccia bollente, e rendersi conto che l'indomani sarebbe duopo accendere un cero

è un'organizzazione stupenda

giovedì 27 novembre 2008

Cerchioni in legno

Il post precedente ha introdotto un discorso che mi incuriosisce non poco: i cerchioni in legno.

Partiamo però dalla bici in foto, trovata su London-fixed gear & single-speed. Bella la livrea, il manubrio, tralaltro in tinta, e le coperture in pelle con cucitura a vista. Da notare i mozzi a flangia bassa e le cinghiette che tengono i copertoncini (o tubolari? dopo approfondiamo). Uniche due note, seppur meramente estetiche: guarnitura e reggisella staccano parecchio dalla linea d'insieme...

Veniamo a noi: la bicletta in questione adotta cerchi in legno. Sto cercando materiale sulla rete, in attesa di poter chiedere maggiori info a qualcuno di persona. Riporto qui di seguito alcune considerazioni trovate in primis su Ciclistica.

Ne emerge che i cerchi in questione sono stati utilizzati a livello professionistico per determinati tipi di competizione fino a tempi abbastanza recenti.

Ad oggi in pochi li costruiscono e il prodotto finale deve comunque risultare ad opera d'arte, sia per quanto riguarda la preparazione (qualità e stagionatura del legno) che la costruzione e raggiatura. Se così non fosse tutti i pregi in utilizzo e durabilità andrebbero a farsi benedire.

La predisposizione classica è tendenzialmente per Palmer anche se è possibile trovarne sul mercato vintage predisposti per i copertoncini (vi saranno dei profili ad hoc per l'alloggiamento degli stessi).

Pregi: confortevoli, robusti, durevoli, leggeri (con palmer), estetica veramente al top. Il tutto naturalmente se costruiti come si deve.

Difetti: costosi, da scegliere con estrema cura se usati, molta attenzione in fase di montaggio e predisposizione, i freni non hanno molto grip.

martedì 25 novembre 2008

Austro Daimler Inter 10

Bighellonando sul uòrduàiduèb ho trovato questa conversione su velospace. La base di partenza è una Austro Daimler che, se prima era relmente nelle condizioni della foto segnata come "before", io l'avrei lasciata in sacrosanta pace.

Invece, fortunatamente, nè è venuta fuori una conversione molto elegante che sottolinea adeguatamente geometrie e linee del telaio.

Belle le scelte cromatiche finali, il manubrio e, tocco di classe, il campanello. Dei cerchi in legno l'avrebbero resa definitivamente immortale ;)

Morgana

Ci tengo a segnalare Morgana, la fissa di JOANFRAN. Un po' perchè mi piace come è venuta, un po' perchè ho potuto seguire la sua costruzione fin dall'inizio tramite il suo blog biciclettas blues (che all'incirca è partito insieme al mio), un po' perchè questa foto spacca di brutto e può risollevare la qualità media degli scatti fatti da me e pubblicati tra queste pagine!

Si tratta della sua prima fixie e a mio avviso il risultato non è niente male. Rimando ogni descrizione alle parole dello stesso JOANFRAN e al suo blog, sperando prima o poi di poterci correre insieme!

lunedì 24 novembre 2008

Jolie Rouge (versione 3.6)


Eccoci qui: siamo ad una nuova versione di Jolie Rouge! ok, le foto fanno schifo come al solito.. allla fine ho deciso di rifarle di nuovo nello stesso posto e alle stesse angolazioni per mostrare meglio le differenze con la precedente versione ;)

Questo giro gli upgrade sono significativi, perchè la bici ne esce fuori con importanti modifiche sia estetiche che tecniche.

Riassumo qui di seguito tutte le novità in maniera sistematica, riprendendo anche quanto preannunciato nei post precedenti:

- reparto ruote: sui vecchi cerchi in alluminio ho montato dei mozzi da corsa vintage a flangia alta, raggiando in terza il posteriore e radiale l'anteriore. Viste le condizioni ormai limite dei copertoncini ne ho presi di nuovi, questa volta 23 mm. questo fondamentalmente per due motivi: ovviare la maggior rigidità delle "nuove" ruote (la differenza, sopratutto nell'anteriore, ora si sente veramente molto); secondariamente mi sono reso conto che i cerchi in questione, visto che sono abbastanza larghi, non rendevano bene con i 19 mm, creando qualche problema in curva e a basse velocità. visto che i 19 mm però sono ottimi quando si tira (in particolar modo su un buon manto stradale), adotterò sicuramente di nuovo questa soluzione il momento stesso in cui cambierò i cerchi con un modello più stretto (e magari anche con profilo medio/alto). Sto guardando con interesse alcuni modelli Ambrosio, che non costano follie e più di qualcuno mi ha detto di trovarsi bene. Comunque se ne riparla più in là!

- reparto trasmissione: ho montato una catena Miche Pista. 2 invece i pignoni: un 22 e un 18. nel primo caso il rapporto 52/22 sviluppa 63,8" con un range di skid niente male. E' senza dubbio divertente, reattivo e comodo in città. lo terrò senzaltro come pignone da passeggio ad uso quotidiano, ottimo anche per farsi le gambe, raffinare bene la tecnica di skid e surplace. il rapporto 52/18 invece sviluppa 78,0": più duro ma non spaccagambe, indispensabile per avere la bici più veloce in assetto da pedalate lunghe. al momento la bici è montata così per l'alleycat. con questi due rapporti mi trovo bene, e preferisco non cercare per ora la via di mezzo montando di volta in volta ciò che mi serve, anche se ne viene sacrificata la funzionalità. la soluzione migliore infatti sarebbe un mozzo posteriore flip-flop, ma per ora siamo fuori budget e se ne riparla, insieme ai cerchioni, più avanti.

- reparto sella: tornato a casa Michele mi ha rifornito di qualche pezzo molto interessante (tra cui un telaio su cui mi dedicherò a breve), tirando fuori da una cesta piena selle una San Marco Laser che ho immediatamente montato su un reggisella Stronglight. E' dura, stretta, vissuta e, secondo me, bellissima! Ci stavo pensando già da un po' a cambiare la posizione di guida e dai primi giri la resa ora mi sembra nettamente migliorata: più alto sui pedali, meno ingombro tra le cosce, assetto generale più comodo quando sono piegato sulla parte bassa del manubrio. è invece da cambiare il bloccaggio del reggisella al telaio, visto che quello attuale non va per nulla bene.

un'ultima considerazione prima di elencare in breve i dati della bici: ho recuperato una pipa manubrio da corsa e, visto che al momento a parte il manubrio ho praticamente cambiato tutti i pezzi che avevo smontato da Gauge per mettere su strada questa bici da subito, è molto probabile che la rimonterò a breve, tralaltro cercando, questa volta, di assecondare la sua indole da bici da passeggio. sto infatti solleticando l'idea di un manubrio bello comodo e parafango posteriore!

Telaio: Ganna
Verniciatura: ferro lasciato nudo senza protezione
Cerchi: Maccari da 28 in alluminio
Mozzi: corsa vintage a flangia alta
Guarnitura/pedivelle: corsa vintage 52 denti a chiavelle
Movimento centrale: calotte + gabbiette cuscinetti + perno da 140 mm per chiavelle
Pignone: 18 denti x 1/8" filettato; 22 denti x 1/8" filettato
Catena: Miche Pista
Reggisella: Stronglight
Sella: San Marco Laser

mercoledì 19 novembre 2008

I love Milano #2

Beh tutti i blog ne parlano e i fissati sono in fibrillazione, trepidanti per l'attesa e per il ghiotto montepremi.

Insomma mi par logico che qualche riflessione la faccia pure io, visto che sto bramando questo evento da parecchio: al Lord of The Cog sono arrivato, la domenica, con la fissa appena finita di assemblare, ancora tutta traballante e approssimativa.

Adesso giunto il momento però di partecipare, visto che la mia nuova fissa è... tutta traballante e approssimativa come la prima!

A parte gli scherzi, non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana. Innanzitutto per la gente, il contesto, il clima di allegria, ma anche per provare finalmente com'è viverla da dentro un'alleycat!

L'obbiettivo è divertirmi e sopratutto arrivare in fondo: si preannuncia lunga e spero che la bici tenga su questo banco di prova molto interessante.

Si sta parlando ultimamente con Nephasto e l'amico Giorgio di organizzare un mini-team di fissati allo sbaraglio, in modo da fare gruppetto per orientarsi meglio in giro per la città.

Inzomma, sabato comincia il conto alla rovescia!

It's like riding through the mud on smooth pavement

Ho trovato la citazione che da il titolo a questo post in rete. Si parlava di questa bici:

vi rimando quindi alla pagina originale del blog The One Speed Biker per altre foto e sopratutto per la descrizione completa di questa conversione, che trovo molto bella e interessante.

Tornando alla citazione, si trovano ad un certo punto queste parole:

"My first ride on these tires show this bike to be a pig. That's right, at only 63 gear inches (52/22) it's like riding through the mud on smooth pavement. Of course, that doesn't really matter, it's all about the joy of riding it."


Ordunque si parla del famigerato rapporto 52/22. Ho raggiato le ruote con i nuovi mozzi (anteriore radiale, posteriore in terza) e montato il pignone da 22. Al primo test su strada serio mi sono venute in mente proprio le parole appena citate: è un rapporto folle! C'è da dire che per prendere velocità bisogna frullare le zampette non poco, tipo criceto sulla ruota, però la bici è divertentissima: un'orgia di skid e surplace! tantissima ripresa, estremamente maneggevole anche nelle manovre strette e repentine.

Le gambe in realtà non si stancano, perchè comunque il dispendio richiesto per gli allunghi viene compensato da una più generale morbidezza in pedalata, tralaltro più rilassata per via di un maggior senso di sicurezza che da il fatto di poter skiddare molto facilmente.

Vediamo adesso come si comporta nella quotidianità. Certo è che devo un po' cambiare il mio stile di guida: prima basavo tutto esclusivamente sulla decelarazione, che tralaltro era molto potente e quindi mi permetteva di risparmiare energie, lasciando a skid di prepotenza solo le frenate di emergenza; adesso la decelerazione è meno precisa, però è aumentata a dismisura la governabilità e la possibilità di frenare a piacimento.

ps: a breve le foto dell'upgrade!

martedì 18 novembre 2008

Bike porn + considerazioni

Ecco una foto trovata qui che mi ha colpito parecchio:

Si può ben capire dai dettagli che questa è la classica fissa che piace a me! Ha molti particolari su cui un buon 90% dei fissati storcerebbe il naso (e da un punto di vista tecnico bisogna dargli ragione...), ma al cuor non si comanda, quindi nonostante tutto non riesco a non fami rapire dall'effetto d'insieme dirompente che ne scaturisce.

Una (prima-si desume dalla didascalia) conversione politically-scorrect a partire da un telaio dalle geometrie allungate; rapporto spacca-gambe infiniiiiito, chiavelle, catena lasca, pipa corta, piega nuda con freno alla francese, tappi di sughero (o legno?), sella (e sopratutto sua posizione) stu-penda : tra sacro e profano, virtù e ignoranza ciclistica (intesa nel senso "folk" del termine), correndo a perdifiato sulla mediana che divide (auto) consapevolezza e pura spontaneità.

In definitiva: spettacolare.

Il mio ideale romantico di "prima fissa ben realizzata" è proprio questo: non la ricerca dell'assoluto relativo, ovvero la pura realizzazione di qualcosa che segua il canone di una perfezione tecnico-stilistica inquadrabile in una serie di schemi e metri d misura ripetibili, bensì l'emozione dell'assoluto in sé e per sé, scevro da ogni dogma e libero di essere interpretato ed interpretarsi.

Per la ricerca di una coerenza funzionale c'è sempre tempo e dovrebbe essere comunque un percorso di crescita teso alla ricerca della perfezione (per questo si pensa alla leggerezza, alla durabilità, alle prestazione), ma la bellezza infinita dell'estro, dell'unire coerentemente in un risultato armonioso più cose che nulla hanno a che vedere l'una con l'altra, dell'errore grossolano vicino alla raffinatezza sono elementi che dovrebbero comunque sopravvivere, e non venir castrati da uno sdegnoso e sprezzante tenocraticismo, che null'altro fa se non scoraggiare e mortificare, spesso, piccole soddisfazioni e traguardi che chi è all'inizio riesce a togliersi/raggiungere.

Da ultimo degli ultimi rimango convinto sempre di più dell'affermazione che la fissa non è nulla di più che una bici qualsiasi che monta un pignone fisso.

Il restante 99,9% della fissa è semplicemente (?) chi la cavalca.

lunedì 17 novembre 2008

Calcolacalcolacalcolacalcola....

matita sull'orecchio, calcolatrice alla mano, block notes, lingua all'angolo della bocca e sguardo assorto... Redazione di un bilancio? Dichiarazione dei redditi?

No! Calcolo della misura dei raggi!

Spero vivamente di aver preso tutte le misure giuste... ;P

ps: microtest 52/22, giusto 4 pedalate in assetto provvisorio (ho rimontato le vecchie ruote visto che quelle ufficiali sono smontate) per vedere se funziona: stranissimo, stranerrimo.... sembra tutta un'altra bici!

domenica 16 novembre 2008

Spesa al Mercato

Novegro si attendeva già da un po'. Alla fine fine è stato un bel giretto, molto tranquillo e senza foga di acquistare. Ottimo incipit perchè invece ho trovato un paio di cose molto interessanti: un paio di mozzi a flangia alta e, udite udite, un pignone fisso da 22 denti, il tutto per la cifra comlpessiva di 30 neuri!

Adesso pian piano pulirò e luciderò bene i mozzi, che prenderanno il posto degli attuali (molto probabilmente raggiando radiale davanti e in terza o quarta dietro), poi sono curiosissimo di provare su strada la combinazione 52/22 (che sviluppa 63,8", quindi un vero e proprio giocattolo). Seppur preferisca una pedalata più duretta mi intrippa proprio l'idea di vedere come si comporterà la bici.

Sperimentare sopra ogni altra cosa.

Foto e aggiornamenti a breve

sabato 15 novembre 2008

Rugggine

complice la pioggia degli ultimi tempi, su tutto il mio ferro urbano sta facendo la sua comparsa un leggero strato di ruggine.

Mi piace.

domenica 9 novembre 2008

Jolie Rouge (versione 2.1)

Eccoci qua dunque: la bici funziona perfettamente. Adesso che ho registrato bene mozzi, movimento centrale, sterzo, campanato e allineato la catena come si deve risulta estremamente stabile, veloce e silenziosissima.

I prossimi lavori saranno semplicemente degli upgrade per consolidare ulteriormente la bici: mozzo posteriore pista, pignone più grande, catena, copertoncini e camere d'aria nuovi (sempre da 19).

Alcune considerazioni: la guarnitura rimarrà questa. Lo so è un 52. Sì, è a chiavella. Però 1) questo è quello che passa il convento 2) questa soluzione mi permette di smontare tutto velocemente per la manutenzione senza l'estrattore 3) mi piace questa guarnitura.

Il 52/15 - spaccagambe è, per ora, una soluzione momentanea in attesa di comprare i componenti. certo per girare in città servirebbe qualcosa di un po' meno estremo, ma ne sto apprezzando moltissimo la cadenza sui percorsi lunghi e veloci. Mai avuto problemai di sorta a frenare, fermarmi, rallentare. E' duro, durissimo, ma non impossibile.

Devo ancora capire cosa mettere dietro. Il 18 non mi dispiace, sto facendo alcune prove e mi trovo bene. Soluzioni a maggiore dentatura sono quasi impossibili da trovare...

Sono inoltre contentissimo di aver tolto la verniciatura. la bici così ha molto più carattere e mi piace di brutto: è proprio un pezzo di ferro!

venerdì 7 novembre 2008

Upgrade #2: movimento centrale/vernice

Ho schiavellato di nuovo, questa volta con danni.

Ho smontato il movimento centrale per cambiare cuscinetti (quelli che avevo su erano trovati al volo in ciclofficina e non erano in buono stato...). Gli eventi sono precipitati: la chiavella sinistra era incastrata male, ma teneva, quella destra mi ha fatto dannare: lima, martellate, imprecazioni. La guarnitura non ne voleva proprio sapere di tornare al suo posto.

Di tutta risposta ho avuto in regalo l'ennesimo incrocio tirato dritto: si è spaccata la chiavella destra di colpo e mi sono trovato come un fesso con entrambi i piedi ingabbiettati paralleli al suolo. Meno male che era verde, l'unico problema era aspettare di fermarmi con calma senza ammazzarmi con pavè + rotaie + bagnato.

Sono tornato a casa a piedi e meno male che ho fatto un bel pezzo di strada chiacchierando con un signore che, incuriosito dalla mia bici, mi ha raccontato della sua passione per le BDC vintage.

Almeno ho sbollito la rabbia.

Smontando il movimento centrale ho pure scoperto che il perno si era leggermente piegato. Ho comunque preso in mano la situazione: nuovo perno, leggermente più largo, nuova calotta e pedivella sinistra, chiavelle che finalmente entrano come si deve. La bici ora gira come un fusetto, non dico perfetta ma quasi. Sembra tutto solido al punto giusto, e la critical mass mi ha dato ragione: nessun problema anche tirando.

Visto che c'ero ho anche rimosso la vernice, che mi srava facendo andare fuori di melone.

Adesso la bici è tornata grezza, che più grezza non si può.

Grezza e funzionante.

Scene di vita quotidiana

Jolie Rouge (nella sua ultimissima versione) e la Gloria di Nephasto in "garage" per la messa a punto: ovvero in salotto.

Il terzo coinquilino chiede se può pagare di meno di affitto visto che non ha una fissa e quindi non può utilzzare il "garage" in casa ;)

Gloria

Ooooooooh, finalmente! Ecco l'intramontabile Gloria, fissa storica del mio coinquilino, il buon vecchio Nephasto. Con la scusa di un giro di manutenzione + cambio manubrio finalmente riesco a pubblicarla sul blog!

domenica 2 novembre 2008

Upgrade #1: nuove ruote

Soddisfatto? Abbastanza.

Il tempo sembra essere sempre troppo poco, comunque ho finalmente cambiato le ruote sulla nuova fissa. Il nuovo assetto è per me una novità: cerchi in alluminio e copertoncini da 19.

Volevo montare 23, ma alla fine ho assecondato la "storia" delle ruote: originariamente, quando le ho prese in consegna, montavano copertoncini Vittoria da 19, decisamente massacrati. Avendone trovati di uguali in ciclofficina (stesso modello), usati ma con il battistrada in buono stato non ci ho pensato due volte.

Pensavo peggio in termini di compfort: la bici ora è molto, molto più rigida, anche se l'incrocio in terza dei raggi allevia un po'. Non mi dispiace però: sembra filare molto bene, anche se devo abituarmi a questo nuovo assetto.

Pignone e ghiera di fissaggio sono entrati belli comodi nel nuovo mozzo posteriore, decisamente meglio rispetto al precedente che aveva una filettatura esigua (tantè che la ghiera mi ha abbandonato ad un certo punto...).

Ho avuto invece di nuovo bei problemi a ritrovare l'allineamento della catena: sembra che questa bici non ne voglia propio sapere di accomodarsi facilmente alla pedalata!

Comunque diciamo che in linea di massima ci siamo. A questo punto, finalmente circolante con l' assetto definitivo, vorrei semplicemente lavorare sui particolari: cambiare i cuscinetti della serie sterzo, quelli del movimento centrale e montare calotte nuove. Inoltre devo assolutamente cambiare la chiavella della pedivella sinistra. Tutte cose che posso fare con calma pian piano.

Ho anche dato una prima campanata per raddrizzare la situazione ruote, ma ho dovuto farlo in fretta e furia per mancanza di tempo, quindi dovrò sicuramente ripassare entrambe. A proposito: vorrei costruirmi un centraruote con una vecchia forcella, per fare questo lavoro a casa in tranquillità.

Le vere note dolenti vengono, invece, sempre dal reparto verniciatura: dopo pochi giorni di utilizzo, parcheggio e manutenzione sono comparsi numerosi segni e ammaccature, molte di più rispetto allo spray. Il colmo è stato tirare giù la fissa dal reggibici in ciclofficina: la vernice completamente scrostata, tant'è che con sacrosanta pazienza ho ritoccato (o meglio: il cambrone ho dovuto proprio ripassarlo tutto).

Vediamo come evolve: se è davvero così delicata tanto vale veramente riportare il telaio a nudo e ogni tanto carteggiare... Il tempo mi dirà quale delle due soluzioni è quella che richiede meno manutenzione.

giovedì 30 ottobre 2008

Bike porn

Ecco due bici che mi fanno impazzire:

Tutte le foto su Fixed Gear Gallery


Mentre questa la trovate su Fixed Gear head

La prima ha una presenza scenica incredibile: essenziale. A parte questo da notare la pipa manubrio e le pedivelle a chiavella. Bellissime le scelte cromatiche della seconda: bianco/verde, forcellini posteriori interamente lucidi. E' una conversione, e sarebbe interessante capire i lavori fatti per arrivare al risultato finale.

Test drive #2: tutto ok

la bici funziona. Sistemati un paio di spessorini, rivisto qualche bullone, preghierina prima di partire... insomma va: la catena non gratta e sembra tutto a posto.

Partendo per il test drive "serio" avevo qualche dubbietto, visto che l'ultima volta mi è saltata la catena due volte, una delle quali mi ha regalato l'emozione di un rosso sparato a ruota libera (forse mettere un freno finchè la bici non è a punto non è una cattiva idea...).

Invece fila.

Il rapporto 52/15 imbruttisce parecchio, ma è una scelta pigra in attesa di andare a pigliare un pignone più umano. Poi non ho manco voglia di smontare l'attuale, visto che tutta la ruota posteriore così com'è andrà direttamente a Nephasto per la sua nuova fissa. C'è da dire che ho tirato due allunghi degni di nota: la bici è nettamente più veloce e ignorante, e la posizione di guida è tutt'altro che rilassata: mi piace!

Mancano solo le ruote nuove, quindi: è giunta l'ora di campanare a festa!

mercoledì 29 ottobre 2008

Jolie Rouge (versione beta)

Una piccola anticipazione: in realtà non ho proprio saputo resistere alla tentazione di fare una foto ai limiti della decenza!

Eccola qui, nella sua versione provvisoria, però sembra funzionare questa volta! Provvisoria perchè devo cambiare il pignone posteriore, montare su le ruote con cerchi in alluminio e copertoni da 23, nonchè sostituire i pedali (con questi non mi trovo tanto comodo...). Inoltre devo fare ancora un paio di lavoretti, ma direi che, tutto sommato, la visione d'insieme è questa.

Ricapitoliamo:vecchio telaio Ganna trovato completamente coperto di ruggine, riportato interamente a ferro nudo ed infine, dopo molti tentennamenti, riverniciato con vernice gel da esterni (grigio grafite ferro antico). Nella foto sembra nera, in realtà è proprio un bel grigione scuro, al tatto molto ruvido. Insomma, una vera e propria vernice grezza da tubatura degna del più becero scantinato! Ho abbandonato il progetto originale di lasciare il telaio nudo, per una questione di praticità, visto che al momento questa è la mia unica bici su strada.

Ho lasciato a ferro i forcellini posteriori e le giunture sul cannotto di sterzo, tirate a lucido così come il fregio ormai consunto. Su una giuntura, in bella mostra, il numero di telaio, lasciato volutamente scoperto. Tutto l'avantreno, nonchè la sella provengono dalla mia vecchia fissa. Una vecchia ma perfetta guarnitura da corsa 52, movimento centrale (calotte, couscinetti e perno) di recupero, ruote, per il momento, quelle dell'altra bici, in attesa che siano pronte quelle nuove, decisamente più leggere.

Di nuovo una conversione, di nuovo un mezzo tecnicamente poco esigente. In realtà sono perfettamente alla pari col percorso che mi sono prefissato: sto risolvendo i grossi problemi di peso della precedente bici (non sono un maniaco in questo senso, ma realmente era pesante da portare su e giù per le scale di casa); ho optato per un secondo telaio più leggero, stretto e mirato, anche se non ancora estremo; più cura nella scelta dei componenti, anche se non ancora di gamma alta.

Insomma, aspettando di vedere come si comporta nella quotidianità, credo di aver messo in piedi una conversione che potrebbe essere un buon trampolino di lancio verso lavori man mano più di qualità: tutto sommato mi pare di essere sulla strada giusta, sto imparando molto e al momento questo è un risultato che si adatta bene alla mia ancora acerba esperienza in fatto di meccanica. Un buon motivo per non fermarsi qui e fare sempre meglio.

In definitiva rimango fermo sulla mia opinione: non mi va di spendere un patrimonio in pezzi buoni da assemblare se prima non imparo a farlo, a capire cosa fa la differenza e come si risolvono i problemi. la cara vecchia nave-scuola è quindi d'obbligo. Nel mio caso una nave pirata! ;)

Il nome? non può che essere Jolie Rouge, quindi, da tanto è bastarda 'sta bici: mi ha già messo KO per terra, mi ha pure lasciato a piedi e il telaio ha geometrie diverse che sinceramente non ho ancora capito (l'asse del movimento centrale è più alto, inoltre la posizione di guida è più distesa complice un cambrone più lungo a parità di altezza uguale al precedente telaio).

Inoltre continua ad essere tutto un rattoppo di materiale da recupero, in piena filosofia low cost che a questo giro ha toccato vette degne del più alto virtuosismo barbone.

Però ha quel fascino neo-retrò che tanto mi piace...

domenica 26 ottobre 2008

Test drive #1: rewind

Primo test sulla nuova bici fallimentare.

L'ho assemblata, ma si sono presentati puntuali un bel po' di problemi. Innanzi tutto il movimento centrale ha cominciato a fare tantissimo gioco. Con santa pazienza ho smontato tutto, cambiato il perno ed eliminato, tra bestemmie e sigarette, il problema.

La linea di catena sembrava a posto, invece si è rivelata una catastrofe di scricchiolii, grattate e rumoracci secchi vari: costanti, alternati, ritmici, ricorrenti in 4/4 financo in tempi dispari. Insomma quel bel silenzio che caraterizza una fissa ha lasciato il posto ad una fanfara degna di una festa paesana. Nei giri di prova facevo più casino di una scuola di nacchere nel giorno dei saggi.

A nulla sono serviti spessori, spessorini, parole dolci, minacce, calci.

Sconsolato ho preso la via del council of doom in condizioni pietose, rimandando il lavoro al prossimo giorno utile, quando nell'ordine: 1) sono caduto da fermo proprio davanti la ciclofficina (avevo appena finito di dire "ma sì le fisse sono divertenti, basta prenderci la mano!") 2) in marcia ho spaccata la chiavella della pedivalla sinistra 3) giusto pochi secondi prima che la bici divenisse quasi inutilizzabile ha ceduto pure la filettatura del mozzo in prossimità della ghiera di fissaggio, che è saltata via (entrava filo filo..).

E così, morale a terra e ginocchio dolorane ho preso la via di casa.

Per non rimanere a piedi ho rimontato in un quarto d'ora la vecchia fissa, che ora se ne sta bella comoda e felice in corridoio in attesa di esser ricollocata in rastrelliera, forte anche di un paio di modifiche: ho cambiato la posizione del sellino e montato la forcella dell'altro telaio, cosa che ha sistemato i grossi problemi che aveva di avantreno (montava una vecchia forcella bacchetta storta, e il movimento stava cedendo). Ora pare definitivamente solida sotto ogni aspetto.

Per la nuova fissa tocca quindi rimandare, e sopratutto fare un piano preciso dei lavori da fare.

venerdì 24 ottobre 2008

L'ultima corsa di Gauge (per ora)


Ho smontato completamente Gauge. Adesso il telaio blu, con solo la guarnitura attacata, mi guarda triste triste dal terrazzo, dove è stato provvisoriamente appoggiato in attesa di nuovi ordini.

Devo ancora decidere se riporlo via oppure rimetterlo in strada, magari passandolo a qualche amico che vuole provare la fissa.

La scelta è stata obbligata: praticamente tutti i componenti sono stati montati sulla nuova creatura, che entro domani dovrebbe essere su strada nella sua veste provvisoria, in attesa di sostituire man mano i pezzi che servono.

Queste settimane la bella in blu mi accompaganato in giro per la città e periferia in largo e in lungo, svolgendo sempre il suo dovere, però ora è tempo di upgrade: il nuovo telaio mi piace tantissimo, è più leggero e ha una geometria diversa che non vedo l'ora di provare.

Ieri sera l'ultima uscita ufficiale: la mia prima critical mass insiema a Giorgio. Molto divertente: si sono macinati un po' di Km in un clima più che festoso. Esperienza assolutamente da ripetere.

Nonostante la mia Gauge in fondo non fosse nulla di che mi sono accorto che più di qualcuno ci buttava l'occhio con interesse: sarà stato quel suo maledetto fascino neo-retrò!

L'ultima corsa, quindi, per ora... Però una gran bella biciclettata che le ha reso gloria.

Domani si riparte da zero.

Chissà che nome le darò?

mercoledì 22 ottobre 2008

Verniciare - I° tempo

raccolgo l'invito di Jaonfran di Biciclettas Blues (http://biciclettasblues.blogspot.com/) e spero che questo post possa servire anche a Indianrope di Thriller Graziella (http://thrillergraziella.wordpress.com/) che sta raccogliendo materiale proprio su questo argomento: verniciare (o RI-verniciare) una bici.

Il mio contributo sarà limitato ad un caso ben specifico: il classico pirla (come me!) che è perfettamente consapevole di esser negato con pennelli e bombolette, ma, nonostante tutto

1) vuole spendere il meno possibile

2) vuole fare tutto da sé ad ogni costo

quindi vediamo le opzioni che si prospettano a suddetto pirla. innanzitutto: in che condizioni è il telaio? molto spesso, da quello che mi è capitato di vedere (in me e negli altri), la bici in realtà, da un punto di vista pragmatico, non necessita di una nuova livrea. questo perchè:

- la verniciatura originale in realtà non è messa poi così male (mio caso specifico era quasi perfetta);
- la vericiatura originale ha comunque un ottimo standard qualitativo in termini di resistenza, a differenza della stragrande maggiornaza dei nostri interventi caserecci;

però bisogna anche considerare che:

- la vernice originale può anche esser rovinata, o, seppur in buono stato globale, avere comunque dei punti di debolezza (e conseguente ruggine);
- spesso ci troviamo di fronte a colori originali e livree improponibili, ai limiti della denuncia per molestie e offesa al buon costume;
- ci stiamo costreuendo la nostra bici, con le nostre sacrosante zampette, a nostra immagine e somiglianza, e, AMMETTETELO, pure voi guardate quei 4 rottami rugginosi ammucchiati per terra immaginandoveli belli scintillanti, di un colore fiammante scelto direttamente dall'olimpo dei vostri preferiti ;)

quindi per un misto di orgoglio personale, voglia di imparare, paura della ruggine e desiderio di far colpo sulle girls ai semafori, i nostri plumi et implumi eroi giungono alla disperata conclusione di riveniciare.

naturalmente le opzioni più razionali e che offrono il miglior risultato sono anche quelle più costose, et le prime ad esser accantonate. quindi, tendenzialmente, si procederà ad una preparazione della base, seguita da una coloritura fatta in prima persona, a pennello o spray.

la preparazione della base dipende dal grado di conservazione della verniciatura originale: se in buone condizioni basterà una leggera carteggiata, giusto per opacizzare la superficie, mentre se la vernice è rovinata occorerà decidere se intervenire localmente (smussando i bordi della zona "saltata" livellandoli con il ferro sottostante e rimuovendo l'eventuale ossidazione/ruggine emersa) oppure radicalmente sverniciando tutto il telaio. metodo migliore, per chi come me non ha troppa disponibilità di attrezzi a casa e in ciclofficina ci va comunque un paio di ore alla settimana, è lo sverniciatore, seguito da una finitura della superficie a spazzola di ferro, spugnetta abrasiva e carta vetrata.

in entrambi i casi, comunque, il fine è quello di ottenere una superficie il più possibile liscia e uniforme, che al contempo non crei problemi di grip. dopo una pulizia sgrassante accurata, molti si dedicano a tre diversi strati: base, colore, trasparente. io per ora mi sono assestato su un solo prodotto, il colore, eliminando le altre due fasi. ma che colore scegliere???

io ho provato, sino ad ora, lo smalto e lo spray. vediamoli entrambi, con relativi pro e contro.

1) smalto: ho utilizzato smalto da esterni 2 in 1 con l'atiruggine. puntualizzo: smalto classico e non gel. la gamma di colori e di marche è mooooolto varia e i prezzi tutto sommato decisamente contenuti (con una decina di neuri ti fai la biga). ho scelto la marca semplicemente comparando le varie in termini di facilità di posa, controindicazioni, tempi di asciugatura etc. quindi tutto lavoro di etichetta. in realtà ero partito per comprare il saratoga gel (lo so, pubblicità occulta, ma questo prodotto mi incuriosisce tantissimo...), e son trovandolo ho ripiegato per un prodotto alternativo.

pro: prezzo, gamma di colori ampia, buona tenuta da asciutto

contro: lasci i segni del pennello con una facilità imbarazzante (sopratutto se il pennello non è proprio amico tuo...), tempi di asciugatura non troppo brevi, abbastanza tenero ai colpi, si gocciola alla grande in pennellata, resa terrificante con il trasparente (tralaltro se passi il traparente troppo presto rischi di rovinare lo strato passato a smalto...)

2) bomboletta: si tratta in questo caso di uno smalto spray, anch'esso con antiruggine e non bisognoso di una base

pro: gamma di colori stra-ampia (anche se non ci sono alcuni effetti particolari...), asciugatura velocisssima, ottima resa se steso correttamente

contro: mentre con il pennello ti metti in un angolino anche in casa a pitturare, con lo spray devi esser più accorto, sia in fase di verniciatura, che in fase di asciugatura. in più se lo si fa in casa è un suicidio. si gocciola molto facilmente, sopratutto se si tergiversa troppo o non si è costanti con il getto e il movimento. quindi bisogna aver mano ferma e fare movimenti veloci (ciò è un contro perchè bisogna averci un po' di mano per riuscire a fare un lavoro che comunque non sia solo "coprente" ma anche e sopratutto esteticamente valido): la tecnica non è di immediata percezione (anche se, caso mio personale, dopo un po' riuscivo a maneggiare la bomboletta discretamente, evitando goccie e sbavature, mentre col pennello proprio niente da fare...). grande contro che ho rilevato è la resa in seguito: appena preparato il telaio era una figata, poi il colore ha cominciato a dare segni di cedimento: tenerissimo ai colpi (e anche ai graffi), mentre nelle parti di usura è saltato via subito (vedi forcellini posteriori). mi sono altresì accorto che tende a sbiadirsi: per esempio la catena per legare la bici è tutt sporca di azzurro e le relative parti in attrito visibilmente scolorite.... MANNAGGIA!

comunque, nonostante tutti questi "contro" non credo che sia da condannare una bella riverniciata. bisogna però aver ben chiaro quale sarà il risultato se fatta in casa e se è la prima (o una delle prime volte) che si fa una cosa del genere. non si avrà qualcosa di perfetto, pari ad un nuovo da vetrina.

alcuni consigli:

- sbavature: ci saranno, ci saranno... santa pazienza: si aspetta che il colore asciughi, carteggiata per rimuoverle e ritocco(oppure se si deve ancora dare una mano di colore si procede)

- mani di colore: tante e leggere con lo spray. un paio a pieno con lo smalto, senza cincischiare troppo il colore: deve uniformarsi da sé. tutto sta nel dare una buona passata col pennello, il più uniforme possibile.

- trasparente: io mi sono trovato malissimo, tant'è che ho dovuto rimuoverlo tutto (tralaltro rovinando l'ultima mano di colore data che era venuta molto bene...). fondamentalmente bisogna andare non leggeri, LEGGERISSIMI, in più passate. se si esagera forma dei goccioloni terrificanti, sia a vedersi che a togliersi.

in questo momento sono indecisissimo sul da farsi: vorrei tenere il Ganna nudo e crudo, però sono anche conscio che è una superficie perfettamenbte liscia su cui potrei, per esempio, sperimentare il gel, magari lasciando alcune zone a ferro lucidato (forcellini, raccordi,etc,)...

boh, intanto attendo vostre esperienze vernicianti, commenti, sfoghi etc. ;)

Ruota anteriore finita! o quasi...

Ho finito il cerchio anteriore. Quasi finito per la precisione: manca il nastro paranipples e la gommatura.

Ecco di seguito il sunto, senza pretese, di quanto fatto. In quanto neofita crapulone, che osserva gli altri e poi fa comunque di testa sua, spero che possa essere di aiuto ad altri nella mia stessa situazione. Cercherò quindi di puntualizzare le minchiate fatte, in modo da evitare ad altri di perder tempo e invocar santi come mi capita sovente.

Mi sono divertito molto a sistemare questa ruota, sopratutto per quanto riguarda la raggiatura.

- ho tolto il nastro paranipples vecchio e smontato i raggi, facendo attenzione a non graffiare il cerchio in alluminio (è facilissimo segnarlo...).

- ho così rimosso il mozzo e smontato il sistema di sgancio rapido, l'asse con relativi coni, dadi e controdadi nonchè i cuscinetti.

- pulizia a fondo con il diesel di tutti gli elementi elencati nel punto precedente, con relativo sgrassaggio a seguire. importantissima questa ultima fase: diesel e grasso non vanno molto daccordo!

- fase di osservazione: una volta sgrassati i componenti mi sono messo a guardarli con attenzione, per verificarne lo stato. Tutto a posto: le corsie dei cuscinetti intonse e non rigate, i serraggi erano solo molto sporchi e lo sgancio rapido un po' ossidato. Scopro che quest'ultimo è un Miche, mentre l'asse è campagnolo (vedi ? come per magilla pulendo riaffiorano i punzoni!).

- lucidatura di tutti i componenti e del cerchione. occhio all'ossido man mano che si lucida: bisogna rimuoverlo subito e non spalmarlo, pena sporcare il disco inutilmente e dover passare una seconda sulla parte da lucidare per togliere la strisciata opaca.

- ho ricomprato i cuscinetti e rimontato tutto il mozzo, ingrassandolo per bene. dopo una prima registrazione di massima ho rimosso il grasso in eccesso spurgato.

- ho controllato le condizioni dei raggi: erano semplicemente molto sporchi, ma tutti ancora belli dritti e senza alcun problema. li ho quindi puliti per bene con carta abrasiva fine e paglietta.

- a questo punto ho raggiato, seguendo lo schema dell'altra ruota.

bisogna fare attenzione ad impostare bene il lavoro, perchè poi, una volta partiti, si procede quasi in automatico. io, per esempio, ho sbagliato di impostare un lato nella foga di cominciare, ed infatti risultava sfalsato (tre raggi alla fine non riuscivano ad entrare nei nipples) mentre l'altro era troppo "tirato". smonta tutto, bestemmia e dieci sigarette...

consiglio quindi di affrontare questo lavoro, la prima volta, con estrema calma, e sopratutto ragionando molto. alla fine è come le assonometrie che si facevano a scuola in disegno tecnico: se si osserva con attenzione lo schema, poi basta ragionare secondo punti di arrivo, di partenza, ed incroci. i raggi devono passare attraverso tutti questi riferimenti secondo uno schema che si ripete fino alla chiusura della ruota. se fatto tutto correttamente la ruota si raggia da sé. inoltre la ripetitività del tutto consente di mantenere molti check che ti permettono di controllare man mano se stai procedendo nella maniera più corretta.

ulteriore nota: all'inizio volevo cambiare lo schema di raggiatura (avevo a disposizione 36 fori su flangia e cerchione), magari tentando la via del radiale. alla fine ho optato per provare in terza, così come era in origine. questo perchè ho voluto recuperare i raggi e provare comunque un incrocio. il risultato mi pare ottimo, considerando che era la prima volta: ad occhio non ha scarti in rotazione (pare decisamente dritta, di sicuro più di quella che monto ora!) , anche se alla prima data utile in ciclofficina, darò una bella registrata definitiva al mozzo e vedrò di darle una campanata di controllo.

venerdì 17 ottobre 2008

Mi piacciono i piani ben riusciti



Starò diventando un po' nerd? Probabile.

Mi sono lanciato, in orari abbastanza assurdi, in ossequio agli altri impegni che pervadono le mie giornate, in uno dei lavori che più mi danno soddisfazione: lucidare con la mola.

Per esser precisi utilizzo sia una mola che il trapano.

Sulla mola ho montato due dischi multipli di cotone molto spessi, uno a trama dura e uno molto morbido, che utilizzo con due tipi di pasta: abrasiva e brillantante (che poi non è altro che un'abrasiva poco aggressiva). Sono dei dischi che normalmente utilizzo per lucidare e che ho trovato tempo fa solo dopo parecchie ricerche.

Sul trapano, che mi permette di lavorare di fino, monto i classici dischi di cotone con occhielli in ferro che si trovano in ferramenta, di due differenti diametri. Il più piccolo è utilissimo per gli angoli difficili.

Dopo tutto il climax di carte abrasive, più o meno bagnate, sto pian piano ripassando telaio, cerchio anteriore e mozzo anteriore. Alla ruota posteriore mi dedicherò un secondo momento.

Il risultato è ottimo: i componenti sembrano rinascere a nuova vita, lasciandosi alle spalle sporco e quel velo patinato conferito dall'età.

Il telaio è un lavoro un po' lungo. Mi servirebbe un bel morsetto (acquisto che sto rimandando ormai da troppo tempo...), quindi mi arrangio come posso.

In foto due preview di come stanno procedendo i lavori. Scusate la qualità pessima, ma sono un fotografo abbastanza maldestro.

hemm.. forse non si era ancora capito, ma ho deciso di lasciare il Ganna nudo! ;)

Il discorso verrà approfondito in un post prossimo a venire dedicato alla verniciatura. Intanto posso dire che ho deciso di intraprendere la via dell'olio di gomito, portando pian piano i tubi del telaio a specchio. L'unico apporto sarà una mano di trasparente.

Insomma, sarà che il discorso verniciatura è ancora da approfondire ampiamente, sarà un desiderio di essenzialità, ma a questo giro si farà un FERRO nudo e crudo nel vero senso della parola!

giovedì 16 ottobre 2008

La Graziella di Michele





Michele, insieme a Fabio, è uno dei miei maggiori interlocutori ed ispiratori, da un anno a questa parte, in fatto di bici.

Si può ben dire che sia già arrivato ad un punto di equilibrio e, nonostante continui a cercare di assemblare e migliorare bici da passeggio per mia madre e mia sorella, per sè preferisce telai piccoli, pighevoli, prestanti e, come si può vedere in foto, con una posizione di guida molto caratteristica: manubrio molto alto. cosa che risulta in effetti comoda.

Questo quindi è ciò che vuole, e lo si nota anche dalle altre Grazielle assemblate che girano in garage e dai telai che ancora attendono una giusta ispirazione. Ci sarebbe tanto da dire, sopratutto per altri pezzi che si intravedo qua e là: una bibici, una pighevole con trasmissione a cinghia dalla pozizione di guida malatissima, e altre chicche.

Al momento sta cercando di capire come utilizzare uno splendido telaio in alluminio grezzo. Attendiamo fiduciosi.

Per quanto riguarda il mezzo in foto è frutto di una lunga evoluzione. Questa bici, in origine, l'ho usata pure io per un periodo, ma era alquanto diversa: al tempo era una graziella alleggerita e resa più performante, contropedale e una bella passata a grezzo di vernice parasassi da auto. Si guidava molto bene in città, comoda sul pavè e sempre bella liscia in pedalata.

Adesso l'upgrade l'ha portata ad altri livelli. I lavori hanno interessato un po' tutto il mezzo, cerchiamo di elencarli.

Il telaio è stato segato e modificato nella zona cannoto di sterzo per poter accogliere la forcella anteriore di una MB da bambino. E' stato creato un nuovo riser per il manubrio a partire da una vecchia pipa da corsa segata e unita ad un reggisella. Tutti i raccordi sono stati realizzati artigianalmente, così come il sistema di fissaggio del riser stesso. Attacco manubrio di una MB sverniciato e riportato a grezzo. Freno anteriore nuovo e in mezzo al manubrio un bel faro anni '50 di recupero.

Al posteriore mozzo con contropedale e cambio integrato interno a 3 velocità, dinamo eun piccolo faro bullet, sempre di recupero.

Guarnitura, come si può notare, importante. Pedali nuovi da MB. Si può notare sotto la sella una placca paracolpi sagomata realizzata in alluminio. Presto in arrivo una seconda sul cambrone, che si collocherà in posizione anteriore rispetto al classico serraggio da graziella, pensata per appoggiare il piede sulla canna senza sporcare la verniciatura.

Quest'ultima comunque non è tanto delicata: saratoga gel per cancelli grigio forgia.

Che dire? A me sta graziella, ME piace! Me piace assai!