giovedì 30 ottobre 2008

Bike porn

Ecco due bici che mi fanno impazzire:

Tutte le foto su Fixed Gear Gallery


Mentre questa la trovate su Fixed Gear head

La prima ha una presenza scenica incredibile: essenziale. A parte questo da notare la pipa manubrio e le pedivelle a chiavella. Bellissime le scelte cromatiche della seconda: bianco/verde, forcellini posteriori interamente lucidi. E' una conversione, e sarebbe interessante capire i lavori fatti per arrivare al risultato finale.

Test drive #2: tutto ok

la bici funziona. Sistemati un paio di spessorini, rivisto qualche bullone, preghierina prima di partire... insomma va: la catena non gratta e sembra tutto a posto.

Partendo per il test drive "serio" avevo qualche dubbietto, visto che l'ultima volta mi è saltata la catena due volte, una delle quali mi ha regalato l'emozione di un rosso sparato a ruota libera (forse mettere un freno finchè la bici non è a punto non è una cattiva idea...).

Invece fila.

Il rapporto 52/15 imbruttisce parecchio, ma è una scelta pigra in attesa di andare a pigliare un pignone più umano. Poi non ho manco voglia di smontare l'attuale, visto che tutta la ruota posteriore così com'è andrà direttamente a Nephasto per la sua nuova fissa. C'è da dire che ho tirato due allunghi degni di nota: la bici è nettamente più veloce e ignorante, e la posizione di guida è tutt'altro che rilassata: mi piace!

Mancano solo le ruote nuove, quindi: è giunta l'ora di campanare a festa!

mercoledì 29 ottobre 2008

Jolie Rouge (versione beta)

Una piccola anticipazione: in realtà non ho proprio saputo resistere alla tentazione di fare una foto ai limiti della decenza!

Eccola qui, nella sua versione provvisoria, però sembra funzionare questa volta! Provvisoria perchè devo cambiare il pignone posteriore, montare su le ruote con cerchi in alluminio e copertoni da 23, nonchè sostituire i pedali (con questi non mi trovo tanto comodo...). Inoltre devo fare ancora un paio di lavoretti, ma direi che, tutto sommato, la visione d'insieme è questa.

Ricapitoliamo:vecchio telaio Ganna trovato completamente coperto di ruggine, riportato interamente a ferro nudo ed infine, dopo molti tentennamenti, riverniciato con vernice gel da esterni (grigio grafite ferro antico). Nella foto sembra nera, in realtà è proprio un bel grigione scuro, al tatto molto ruvido. Insomma, una vera e propria vernice grezza da tubatura degna del più becero scantinato! Ho abbandonato il progetto originale di lasciare il telaio nudo, per una questione di praticità, visto che al momento questa è la mia unica bici su strada.

Ho lasciato a ferro i forcellini posteriori e le giunture sul cannotto di sterzo, tirate a lucido così come il fregio ormai consunto. Su una giuntura, in bella mostra, il numero di telaio, lasciato volutamente scoperto. Tutto l'avantreno, nonchè la sella provengono dalla mia vecchia fissa. Una vecchia ma perfetta guarnitura da corsa 52, movimento centrale (calotte, couscinetti e perno) di recupero, ruote, per il momento, quelle dell'altra bici, in attesa che siano pronte quelle nuove, decisamente più leggere.

Di nuovo una conversione, di nuovo un mezzo tecnicamente poco esigente. In realtà sono perfettamente alla pari col percorso che mi sono prefissato: sto risolvendo i grossi problemi di peso della precedente bici (non sono un maniaco in questo senso, ma realmente era pesante da portare su e giù per le scale di casa); ho optato per un secondo telaio più leggero, stretto e mirato, anche se non ancora estremo; più cura nella scelta dei componenti, anche se non ancora di gamma alta.

Insomma, aspettando di vedere come si comporta nella quotidianità, credo di aver messo in piedi una conversione che potrebbe essere un buon trampolino di lancio verso lavori man mano più di qualità: tutto sommato mi pare di essere sulla strada giusta, sto imparando molto e al momento questo è un risultato che si adatta bene alla mia ancora acerba esperienza in fatto di meccanica. Un buon motivo per non fermarsi qui e fare sempre meglio.

In definitiva rimango fermo sulla mia opinione: non mi va di spendere un patrimonio in pezzi buoni da assemblare se prima non imparo a farlo, a capire cosa fa la differenza e come si risolvono i problemi. la cara vecchia nave-scuola è quindi d'obbligo. Nel mio caso una nave pirata! ;)

Il nome? non può che essere Jolie Rouge, quindi, da tanto è bastarda 'sta bici: mi ha già messo KO per terra, mi ha pure lasciato a piedi e il telaio ha geometrie diverse che sinceramente non ho ancora capito (l'asse del movimento centrale è più alto, inoltre la posizione di guida è più distesa complice un cambrone più lungo a parità di altezza uguale al precedente telaio).

Inoltre continua ad essere tutto un rattoppo di materiale da recupero, in piena filosofia low cost che a questo giro ha toccato vette degne del più alto virtuosismo barbone.

Però ha quel fascino neo-retrò che tanto mi piace...

domenica 26 ottobre 2008

Test drive #1: rewind

Primo test sulla nuova bici fallimentare.

L'ho assemblata, ma si sono presentati puntuali un bel po' di problemi. Innanzi tutto il movimento centrale ha cominciato a fare tantissimo gioco. Con santa pazienza ho smontato tutto, cambiato il perno ed eliminato, tra bestemmie e sigarette, il problema.

La linea di catena sembrava a posto, invece si è rivelata una catastrofe di scricchiolii, grattate e rumoracci secchi vari: costanti, alternati, ritmici, ricorrenti in 4/4 financo in tempi dispari. Insomma quel bel silenzio che caraterizza una fissa ha lasciato il posto ad una fanfara degna di una festa paesana. Nei giri di prova facevo più casino di una scuola di nacchere nel giorno dei saggi.

A nulla sono serviti spessori, spessorini, parole dolci, minacce, calci.

Sconsolato ho preso la via del council of doom in condizioni pietose, rimandando il lavoro al prossimo giorno utile, quando nell'ordine: 1) sono caduto da fermo proprio davanti la ciclofficina (avevo appena finito di dire "ma sì le fisse sono divertenti, basta prenderci la mano!") 2) in marcia ho spaccata la chiavella della pedivalla sinistra 3) giusto pochi secondi prima che la bici divenisse quasi inutilizzabile ha ceduto pure la filettatura del mozzo in prossimità della ghiera di fissaggio, che è saltata via (entrava filo filo..).

E così, morale a terra e ginocchio dolorane ho preso la via di casa.

Per non rimanere a piedi ho rimontato in un quarto d'ora la vecchia fissa, che ora se ne sta bella comoda e felice in corridoio in attesa di esser ricollocata in rastrelliera, forte anche di un paio di modifiche: ho cambiato la posizione del sellino e montato la forcella dell'altro telaio, cosa che ha sistemato i grossi problemi che aveva di avantreno (montava una vecchia forcella bacchetta storta, e il movimento stava cedendo). Ora pare definitivamente solida sotto ogni aspetto.

Per la nuova fissa tocca quindi rimandare, e sopratutto fare un piano preciso dei lavori da fare.

venerdì 24 ottobre 2008

L'ultima corsa di Gauge (per ora)


Ho smontato completamente Gauge. Adesso il telaio blu, con solo la guarnitura attacata, mi guarda triste triste dal terrazzo, dove è stato provvisoriamente appoggiato in attesa di nuovi ordini.

Devo ancora decidere se riporlo via oppure rimetterlo in strada, magari passandolo a qualche amico che vuole provare la fissa.

La scelta è stata obbligata: praticamente tutti i componenti sono stati montati sulla nuova creatura, che entro domani dovrebbe essere su strada nella sua veste provvisoria, in attesa di sostituire man mano i pezzi che servono.

Queste settimane la bella in blu mi accompaganato in giro per la città e periferia in largo e in lungo, svolgendo sempre il suo dovere, però ora è tempo di upgrade: il nuovo telaio mi piace tantissimo, è più leggero e ha una geometria diversa che non vedo l'ora di provare.

Ieri sera l'ultima uscita ufficiale: la mia prima critical mass insiema a Giorgio. Molto divertente: si sono macinati un po' di Km in un clima più che festoso. Esperienza assolutamente da ripetere.

Nonostante la mia Gauge in fondo non fosse nulla di che mi sono accorto che più di qualcuno ci buttava l'occhio con interesse: sarà stato quel suo maledetto fascino neo-retrò!

L'ultima corsa, quindi, per ora... Però una gran bella biciclettata che le ha reso gloria.

Domani si riparte da zero.

Chissà che nome le darò?

mercoledì 22 ottobre 2008

Verniciare - I° tempo

raccolgo l'invito di Jaonfran di Biciclettas Blues (http://biciclettasblues.blogspot.com/) e spero che questo post possa servire anche a Indianrope di Thriller Graziella (http://thrillergraziella.wordpress.com/) che sta raccogliendo materiale proprio su questo argomento: verniciare (o RI-verniciare) una bici.

Il mio contributo sarà limitato ad un caso ben specifico: il classico pirla (come me!) che è perfettamente consapevole di esser negato con pennelli e bombolette, ma, nonostante tutto

1) vuole spendere il meno possibile

2) vuole fare tutto da sé ad ogni costo

quindi vediamo le opzioni che si prospettano a suddetto pirla. innanzitutto: in che condizioni è il telaio? molto spesso, da quello che mi è capitato di vedere (in me e negli altri), la bici in realtà, da un punto di vista pragmatico, non necessita di una nuova livrea. questo perchè:

- la verniciatura originale in realtà non è messa poi così male (mio caso specifico era quasi perfetta);
- la vericiatura originale ha comunque un ottimo standard qualitativo in termini di resistenza, a differenza della stragrande maggiornaza dei nostri interventi caserecci;

però bisogna anche considerare che:

- la vernice originale può anche esser rovinata, o, seppur in buono stato globale, avere comunque dei punti di debolezza (e conseguente ruggine);
- spesso ci troviamo di fronte a colori originali e livree improponibili, ai limiti della denuncia per molestie e offesa al buon costume;
- ci stiamo costreuendo la nostra bici, con le nostre sacrosante zampette, a nostra immagine e somiglianza, e, AMMETTETELO, pure voi guardate quei 4 rottami rugginosi ammucchiati per terra immaginandoveli belli scintillanti, di un colore fiammante scelto direttamente dall'olimpo dei vostri preferiti ;)

quindi per un misto di orgoglio personale, voglia di imparare, paura della ruggine e desiderio di far colpo sulle girls ai semafori, i nostri plumi et implumi eroi giungono alla disperata conclusione di riveniciare.

naturalmente le opzioni più razionali e che offrono il miglior risultato sono anche quelle più costose, et le prime ad esser accantonate. quindi, tendenzialmente, si procederà ad una preparazione della base, seguita da una coloritura fatta in prima persona, a pennello o spray.

la preparazione della base dipende dal grado di conservazione della verniciatura originale: se in buone condizioni basterà una leggera carteggiata, giusto per opacizzare la superficie, mentre se la vernice è rovinata occorerà decidere se intervenire localmente (smussando i bordi della zona "saltata" livellandoli con il ferro sottostante e rimuovendo l'eventuale ossidazione/ruggine emersa) oppure radicalmente sverniciando tutto il telaio. metodo migliore, per chi come me non ha troppa disponibilità di attrezzi a casa e in ciclofficina ci va comunque un paio di ore alla settimana, è lo sverniciatore, seguito da una finitura della superficie a spazzola di ferro, spugnetta abrasiva e carta vetrata.

in entrambi i casi, comunque, il fine è quello di ottenere una superficie il più possibile liscia e uniforme, che al contempo non crei problemi di grip. dopo una pulizia sgrassante accurata, molti si dedicano a tre diversi strati: base, colore, trasparente. io per ora mi sono assestato su un solo prodotto, il colore, eliminando le altre due fasi. ma che colore scegliere???

io ho provato, sino ad ora, lo smalto e lo spray. vediamoli entrambi, con relativi pro e contro.

1) smalto: ho utilizzato smalto da esterni 2 in 1 con l'atiruggine. puntualizzo: smalto classico e non gel. la gamma di colori e di marche è mooooolto varia e i prezzi tutto sommato decisamente contenuti (con una decina di neuri ti fai la biga). ho scelto la marca semplicemente comparando le varie in termini di facilità di posa, controindicazioni, tempi di asciugatura etc. quindi tutto lavoro di etichetta. in realtà ero partito per comprare il saratoga gel (lo so, pubblicità occulta, ma questo prodotto mi incuriosisce tantissimo...), e son trovandolo ho ripiegato per un prodotto alternativo.

pro: prezzo, gamma di colori ampia, buona tenuta da asciutto

contro: lasci i segni del pennello con una facilità imbarazzante (sopratutto se il pennello non è proprio amico tuo...), tempi di asciugatura non troppo brevi, abbastanza tenero ai colpi, si gocciola alla grande in pennellata, resa terrificante con il trasparente (tralaltro se passi il traparente troppo presto rischi di rovinare lo strato passato a smalto...)

2) bomboletta: si tratta in questo caso di uno smalto spray, anch'esso con antiruggine e non bisognoso di una base

pro: gamma di colori stra-ampia (anche se non ci sono alcuni effetti particolari...), asciugatura velocisssima, ottima resa se steso correttamente

contro: mentre con il pennello ti metti in un angolino anche in casa a pitturare, con lo spray devi esser più accorto, sia in fase di verniciatura, che in fase di asciugatura. in più se lo si fa in casa è un suicidio. si gocciola molto facilmente, sopratutto se si tergiversa troppo o non si è costanti con il getto e il movimento. quindi bisogna aver mano ferma e fare movimenti veloci (ciò è un contro perchè bisogna averci un po' di mano per riuscire a fare un lavoro che comunque non sia solo "coprente" ma anche e sopratutto esteticamente valido): la tecnica non è di immediata percezione (anche se, caso mio personale, dopo un po' riuscivo a maneggiare la bomboletta discretamente, evitando goccie e sbavature, mentre col pennello proprio niente da fare...). grande contro che ho rilevato è la resa in seguito: appena preparato il telaio era una figata, poi il colore ha cominciato a dare segni di cedimento: tenerissimo ai colpi (e anche ai graffi), mentre nelle parti di usura è saltato via subito (vedi forcellini posteriori). mi sono altresì accorto che tende a sbiadirsi: per esempio la catena per legare la bici è tutt sporca di azzurro e le relative parti in attrito visibilmente scolorite.... MANNAGGIA!

comunque, nonostante tutti questi "contro" non credo che sia da condannare una bella riverniciata. bisogna però aver ben chiaro quale sarà il risultato se fatta in casa e se è la prima (o una delle prime volte) che si fa una cosa del genere. non si avrà qualcosa di perfetto, pari ad un nuovo da vetrina.

alcuni consigli:

- sbavature: ci saranno, ci saranno... santa pazienza: si aspetta che il colore asciughi, carteggiata per rimuoverle e ritocco(oppure se si deve ancora dare una mano di colore si procede)

- mani di colore: tante e leggere con lo spray. un paio a pieno con lo smalto, senza cincischiare troppo il colore: deve uniformarsi da sé. tutto sta nel dare una buona passata col pennello, il più uniforme possibile.

- trasparente: io mi sono trovato malissimo, tant'è che ho dovuto rimuoverlo tutto (tralaltro rovinando l'ultima mano di colore data che era venuta molto bene...). fondamentalmente bisogna andare non leggeri, LEGGERISSIMI, in più passate. se si esagera forma dei goccioloni terrificanti, sia a vedersi che a togliersi.

in questo momento sono indecisissimo sul da farsi: vorrei tenere il Ganna nudo e crudo, però sono anche conscio che è una superficie perfettamenbte liscia su cui potrei, per esempio, sperimentare il gel, magari lasciando alcune zone a ferro lucidato (forcellini, raccordi,etc,)...

boh, intanto attendo vostre esperienze vernicianti, commenti, sfoghi etc. ;)

Ruota anteriore finita! o quasi...

Ho finito il cerchio anteriore. Quasi finito per la precisione: manca il nastro paranipples e la gommatura.

Ecco di seguito il sunto, senza pretese, di quanto fatto. In quanto neofita crapulone, che osserva gli altri e poi fa comunque di testa sua, spero che possa essere di aiuto ad altri nella mia stessa situazione. Cercherò quindi di puntualizzare le minchiate fatte, in modo da evitare ad altri di perder tempo e invocar santi come mi capita sovente.

Mi sono divertito molto a sistemare questa ruota, sopratutto per quanto riguarda la raggiatura.

- ho tolto il nastro paranipples vecchio e smontato i raggi, facendo attenzione a non graffiare il cerchio in alluminio (è facilissimo segnarlo...).

- ho così rimosso il mozzo e smontato il sistema di sgancio rapido, l'asse con relativi coni, dadi e controdadi nonchè i cuscinetti.

- pulizia a fondo con il diesel di tutti gli elementi elencati nel punto precedente, con relativo sgrassaggio a seguire. importantissima questa ultima fase: diesel e grasso non vanno molto daccordo!

- fase di osservazione: una volta sgrassati i componenti mi sono messo a guardarli con attenzione, per verificarne lo stato. Tutto a posto: le corsie dei cuscinetti intonse e non rigate, i serraggi erano solo molto sporchi e lo sgancio rapido un po' ossidato. Scopro che quest'ultimo è un Miche, mentre l'asse è campagnolo (vedi ? come per magilla pulendo riaffiorano i punzoni!).

- lucidatura di tutti i componenti e del cerchione. occhio all'ossido man mano che si lucida: bisogna rimuoverlo subito e non spalmarlo, pena sporcare il disco inutilmente e dover passare una seconda sulla parte da lucidare per togliere la strisciata opaca.

- ho ricomprato i cuscinetti e rimontato tutto il mozzo, ingrassandolo per bene. dopo una prima registrazione di massima ho rimosso il grasso in eccesso spurgato.

- ho controllato le condizioni dei raggi: erano semplicemente molto sporchi, ma tutti ancora belli dritti e senza alcun problema. li ho quindi puliti per bene con carta abrasiva fine e paglietta.

- a questo punto ho raggiato, seguendo lo schema dell'altra ruota.

bisogna fare attenzione ad impostare bene il lavoro, perchè poi, una volta partiti, si procede quasi in automatico. io, per esempio, ho sbagliato di impostare un lato nella foga di cominciare, ed infatti risultava sfalsato (tre raggi alla fine non riuscivano ad entrare nei nipples) mentre l'altro era troppo "tirato". smonta tutto, bestemmia e dieci sigarette...

consiglio quindi di affrontare questo lavoro, la prima volta, con estrema calma, e sopratutto ragionando molto. alla fine è come le assonometrie che si facevano a scuola in disegno tecnico: se si osserva con attenzione lo schema, poi basta ragionare secondo punti di arrivo, di partenza, ed incroci. i raggi devono passare attraverso tutti questi riferimenti secondo uno schema che si ripete fino alla chiusura della ruota. se fatto tutto correttamente la ruota si raggia da sé. inoltre la ripetitività del tutto consente di mantenere molti check che ti permettono di controllare man mano se stai procedendo nella maniera più corretta.

ulteriore nota: all'inizio volevo cambiare lo schema di raggiatura (avevo a disposizione 36 fori su flangia e cerchione), magari tentando la via del radiale. alla fine ho optato per provare in terza, così come era in origine. questo perchè ho voluto recuperare i raggi e provare comunque un incrocio. il risultato mi pare ottimo, considerando che era la prima volta: ad occhio non ha scarti in rotazione (pare decisamente dritta, di sicuro più di quella che monto ora!) , anche se alla prima data utile in ciclofficina, darò una bella registrata definitiva al mozzo e vedrò di darle una campanata di controllo.

venerdì 17 ottobre 2008

Mi piacciono i piani ben riusciti



Starò diventando un po' nerd? Probabile.

Mi sono lanciato, in orari abbastanza assurdi, in ossequio agli altri impegni che pervadono le mie giornate, in uno dei lavori che più mi danno soddisfazione: lucidare con la mola.

Per esser precisi utilizzo sia una mola che il trapano.

Sulla mola ho montato due dischi multipli di cotone molto spessi, uno a trama dura e uno molto morbido, che utilizzo con due tipi di pasta: abrasiva e brillantante (che poi non è altro che un'abrasiva poco aggressiva). Sono dei dischi che normalmente utilizzo per lucidare e che ho trovato tempo fa solo dopo parecchie ricerche.

Sul trapano, che mi permette di lavorare di fino, monto i classici dischi di cotone con occhielli in ferro che si trovano in ferramenta, di due differenti diametri. Il più piccolo è utilissimo per gli angoli difficili.

Dopo tutto il climax di carte abrasive, più o meno bagnate, sto pian piano ripassando telaio, cerchio anteriore e mozzo anteriore. Alla ruota posteriore mi dedicherò un secondo momento.

Il risultato è ottimo: i componenti sembrano rinascere a nuova vita, lasciandosi alle spalle sporco e quel velo patinato conferito dall'età.

Il telaio è un lavoro un po' lungo. Mi servirebbe un bel morsetto (acquisto che sto rimandando ormai da troppo tempo...), quindi mi arrangio come posso.

In foto due preview di come stanno procedendo i lavori. Scusate la qualità pessima, ma sono un fotografo abbastanza maldestro.

hemm.. forse non si era ancora capito, ma ho deciso di lasciare il Ganna nudo! ;)

Il discorso verrà approfondito in un post prossimo a venire dedicato alla verniciatura. Intanto posso dire che ho deciso di intraprendere la via dell'olio di gomito, portando pian piano i tubi del telaio a specchio. L'unico apporto sarà una mano di trasparente.

Insomma, sarà che il discorso verniciatura è ancora da approfondire ampiamente, sarà un desiderio di essenzialità, ma a questo giro si farà un FERRO nudo e crudo nel vero senso della parola!

giovedì 16 ottobre 2008

La Graziella di Michele





Michele, insieme a Fabio, è uno dei miei maggiori interlocutori ed ispiratori, da un anno a questa parte, in fatto di bici.

Si può ben dire che sia già arrivato ad un punto di equilibrio e, nonostante continui a cercare di assemblare e migliorare bici da passeggio per mia madre e mia sorella, per sè preferisce telai piccoli, pighevoli, prestanti e, come si può vedere in foto, con una posizione di guida molto caratteristica: manubrio molto alto. cosa che risulta in effetti comoda.

Questo quindi è ciò che vuole, e lo si nota anche dalle altre Grazielle assemblate che girano in garage e dai telai che ancora attendono una giusta ispirazione. Ci sarebbe tanto da dire, sopratutto per altri pezzi che si intravedo qua e là: una bibici, una pighevole con trasmissione a cinghia dalla pozizione di guida malatissima, e altre chicche.

Al momento sta cercando di capire come utilizzare uno splendido telaio in alluminio grezzo. Attendiamo fiduciosi.

Per quanto riguarda il mezzo in foto è frutto di una lunga evoluzione. Questa bici, in origine, l'ho usata pure io per un periodo, ma era alquanto diversa: al tempo era una graziella alleggerita e resa più performante, contropedale e una bella passata a grezzo di vernice parasassi da auto. Si guidava molto bene in città, comoda sul pavè e sempre bella liscia in pedalata.

Adesso l'upgrade l'ha portata ad altri livelli. I lavori hanno interessato un po' tutto il mezzo, cerchiamo di elencarli.

Il telaio è stato segato e modificato nella zona cannoto di sterzo per poter accogliere la forcella anteriore di una MB da bambino. E' stato creato un nuovo riser per il manubrio a partire da una vecchia pipa da corsa segata e unita ad un reggisella. Tutti i raccordi sono stati realizzati artigianalmente, così come il sistema di fissaggio del riser stesso. Attacco manubrio di una MB sverniciato e riportato a grezzo. Freno anteriore nuovo e in mezzo al manubrio un bel faro anni '50 di recupero.

Al posteriore mozzo con contropedale e cambio integrato interno a 3 velocità, dinamo eun piccolo faro bullet, sempre di recupero.

Guarnitura, come si può notare, importante. Pedali nuovi da MB. Si può notare sotto la sella una placca paracolpi sagomata realizzata in alluminio. Presto in arrivo una seconda sul cambrone, che si collocherà in posizione anteriore rispetto al classico serraggio da graziella, pensata per appoggiare il piede sulla canna senza sporcare la verniciatura.

Quest'ultima comunque non è tanto delicata: saratoga gel per cancelli grigio forgia.

Che dire? A me sta graziella, ME piace! Me piace assai!

mercoledì 15 ottobre 2008

La quadratura del cerchio


Un nuovo arrivo. Anzi due.

Sono tornato a casa per il week-end. Dopo pranzo mi sono rintanato in garage con Michele a parlare di bici, rituale che da un po' di tempo a questa parte si ripete puntualmente mentre mamma e sorella si abbioccano.

Mi mostra la sua ultima creatura, una graziella custom moooolto interessante che verrà pubblicata su questo forum non appena mi arriveranno le foto.

Alla fine della lunga chiacchierata mi regala due bei cerchioni Maccari in alluminio da 36 fori, completi di mozzi, sempre in alluminio, Campagnolo con sistema di serraggio rapido.

Inizio con calma a lavorarci su per rimetterli in copleta efficienza. Innanzitutto ho deciso di concentrarmi sull'anteriore, che prevedo occuperà il mio tempo libero per i prossimi giorni.

Ho smontato subito nastro paranipples e raggi e ho dato una prima lucidata a mozzo e cerchio con paglietta e carta fine. Poi, forte di paste abrasive già in casa in buona quantità e varietà, il prossimo step sarà un bel lavoro di mola e rulli per tirare i componenti a specchio! Suvvia una lucidata non sta mai male, no?

Per quanto riguarda il mozzo lo finirò di smontare per dare una bella pulita, cambiare i cuscinetti e reingrassare tutto a dovere.

Arrivato a queso punto mi divertirò a provare la mia prima raggiatura... hehe, non corriamo troppo e procediamo, come al solito, un passettino alla volta.

In foto una preview del mio piccolo cantiere domestico: il telaio Ganna e i cerchi Maccari.

venerdì 3 ottobre 2008

Milano by night

Qualche sera fa si rientrava a casa dopo una festa di laurea con il buon vecchio Nephasto e l'Austriaco. Arrivati all'altezza di casa abbiamo proseguito dritti, volevamo vedere questi benedetti fenicotteri nel giardino della villa in centro.

Ne è nata una bella pedalata notturna in giro per le stradine più o meno nascoste di Milano. Un giro puramente fine a se stesso, chiachierando e senza un percorso preciso.

Ieri sera ho replicato da solo, prima di andare a letto. Mi sono rivestito e sono andato fino in piazza del duomo, complice l'aria fresca ma non troppo.

Corso Vittorio Emanuele quasi deserto ha un che di magico. Arrivato in piazza mi sono fermato ad osservare il duomo: da quando vivo qui l'ho sempre visto impacchettato come un salame, e ieri sera l'ho potuto finalmente guardare quasi finito, ben illuminato e senza il nugolo di piccioni e turisti che affollano la zona di giorno.

Al ritorno vie, viuzze e vicoli un po' a caso.

Che dire: molti odiano questa città, io l'amo per tutta una serie di motivi che non sto ad elencare. Ma girare così di notte, senza il caos, il traffico e il rumore ti da qualcosa. Pedalare al lume dei lampioni, senza fare rumore, ti fa entrare in contatto con lei: vedi le vetrine statiche nella loro immobile lucentezza e gli uffici chiusi. Qualche finestra ancora illuminata, qualcuno che ancora lavora. Immagini tutti tranquilli a casa o a bere in qualche pub con gli amici.

La mattina seguente saranno di nuovo a imprecarsi a vicenda sulla stessa strada che ora è deserta... tutto sembra molto più grande.

Sono tornato a casa di buon umore.