Qualche sera fa si rientrava a casa dopo una festa di laurea con il buon vecchio Nephasto e l'Austriaco. Arrivati all'altezza di casa abbiamo proseguito dritti, volevamo vedere questi benedetti fenicotteri nel giardino della villa in centro.
Ne è nata una bella pedalata notturna in giro per le stradine più o meno nascoste di Milano. Un giro puramente fine a se stesso, chiachierando e senza un percorso preciso.
Ieri sera ho replicato da solo, prima di andare a letto. Mi sono rivestito e sono andato fino in piazza del duomo, complice l'aria fresca ma non troppo.
Corso Vittorio Emanuele quasi deserto ha un che di magico. Arrivato in piazza mi sono fermato ad osservare il duomo: da quando vivo qui l'ho sempre visto impacchettato come un salame, e ieri sera l'ho potuto finalmente guardare quasi finito, ben illuminato e senza il nugolo di piccioni e turisti che affollano la zona di giorno.
Al ritorno vie, viuzze e vicoli un po' a caso.
Che dire: molti odiano questa città, io l'amo per tutta una serie di motivi che non sto ad elencare. Ma girare così di notte, senza il caos, il traffico e il rumore ti da qualcosa. Pedalare al lume dei lampioni, senza fare rumore, ti fa entrare in contatto con lei: vedi le vetrine statiche nella loro immobile lucentezza e gli uffici chiusi. Qualche finestra ancora illuminata, qualcuno che ancora lavora. Immagini tutti tranquilli a casa o a bere in qualche pub con gli amici.
La mattina seguente saranno di nuovo a imprecarsi a vicenda sulla stessa strada che ora è deserta... tutto sembra molto più grande.
Sono tornato a casa di buon umore.
Stelbel - dura ace
4 anni fa
1 commenti:
le notturne in bicicletta aprono la città a nuove dimensioni: sicuramente più umane.
Posta un commento