giovedì 25 settembre 2008

Considerazioni sui freni: si, no, boh...

Due differenti contesti, stesso argomento.

Proprio oggi, sul blog Bicifissa, un nuovo post dedicato alla frenata: senza freni... nuove considerazioni. L'ho letto con interesse in coda a tutti gli altri interventi etichettati "senza freni"

Proprio oggi, uscendo con la mia compagnia di amici, mi sono presentato con la mia fissa invece che con la solita MB. Facile immaginare l'argomento che ha egemonizzato parte delle discussioni della serata.

Girare senza freni.

Il riferimento al Blog Bicifissa non è peregrino, perchè mi da un buono spunto per questo post, arricchito da alcuni discorsi fatti questa sera. In particolare alla chiacchierata con un caro amico, vigile e motociclista.

Tutti erano perlopiù presi da un senso di attrazione/repulsione per una guida senza freni. Un ragazzo mi ha addirittura chiesto perchè mai non ho montato i freni, e non riusciva proprio a capacitarsene, concludendo in favore di una mia sicura dimenticanza.

Con il mio amico abbiamo fatto invece una serie di considerazioni molto interessanti. Innanzitutto volevo sapere se in servizio, a livello teorico, mi avrebbe fatto storie per via dell'assenza di freni. Il discorso invece è scivolato su ben altro: tralasciato il dato formale codicistico abbiamo considerato insieme quella che è la situazione delle strade.

Automobilisti estremamente indisciplinati (per tutta una serie di motivi vari ed eventuali) che intasano la citta con manovre improbabili dettate dalla fretta, dal nervosismo e molto spesso dalla distrazione.

Nei buchi motociclisti e scooteristi, soventemente improvvisati, che si lanciano spesso e volentieri in sorpassi di prepotenza sulla destra e manovre brusche.

Pedoni che pensano a chissà cosa o telefonano a chissà chi che si lanciano in mezzo alla strada senza guardare, come il più classico dei gatti neri che ti si para davanti all'improvviso.

Ciclisti molto distratti. Uomini in cravatta e pc aperto sul manubrio, donne con la spesa per un mese, ragazzini che cercano di impennare con pesanti mountainbike in pieno corso buenos aires o vecchi melfermi (spesso col cappello).

Distrazione. Girando per milano in bici ho sempre avuto questa impressione. Adesso ne ho la conferma. In questo dedalo di ostacoli, spesso pericolosi, c'è chi gira con più testa. E di solito si tratta pure delle categorie più a rischio (chiamalo istinto di sopravvivenza...): il mio amico mi raccontava come ha grossi problemi a girare in moto cercando di seguire le regole più basilari (come tenere la sinistra in coda), e molto spesso il groviglio di situazioni sopra citate lo mette in situazioni impegnative in cui è richiesto quel minimo di padronanza e feeling con il mezzo a due ruote che solo l'esperienza e l'uso quotidiano può dare. Cosa che molti non hanno, sopratutto se le due ruote sono motorizzate.

In auto, in moto o in bici, con o senza freni, essenziale credo che sia quel minimo di cultura della strada che ti fa agire considerando anche gli altri utenti, anche nel gesto più semplice come aprire una portiera o sorpassare un'auto se sei su due ruote in coda.

I miei genitori mi hanno insegnato a sciare avendo sempre sotto controllo la pista: guardare bene prima di partira se arriva qualcuno, tenere la propria traiettoria, non tagliare la strada o stare attaccati a qualcuno, non forzare la mano se non si è sicuri di poter gestire la propria sciata a dovere.

Queste regole si adattano molto bene alla strada. Difficilmente però sono tenute in considerazione.

Tornando al punto di partenza, girare senza freni è una scelta che dovrebbe innanzitutto partire dal ciclista ed esser soppesata a dovere, proprio in vista di un inserimento in una "pista" cittadina che, si voglia o no, è comunque invasa da tantissimi altri mezzi. E' vero, guidare una fissa richiede concentrazione, e tendenzialmente si è più reattivi nelle manovre se si entra nel giusto ordine di idee. Però la teoria non basta, deve esser supportata anche dalla pratica: chi toglie i freni deve comunque garantire a se stesso e agli altri una reazione reale in caso di bisogno.

Faccio un esempio: psicologicamente mi sento tranquillo senza freni. So di poter riuscire a fermarmi senza problemi. Però c'è un dato di fondo che non ho ancora specificato: mi sento tranquillo perchè mantengo un'andatura tale che, al mio grado di padronanza attuale del mezzo, mi consenta di affrontare un pericolo x qualsiasi senza portarmi ad accendere un cero alla prima chiesa utile.

Insomma regolo la mia pedalata globale su ritmi abbastanza tranquilli per ora. Anche perchè imparato non ci sono proprio nato, e credo che ne dovrò percorrere abbastanza di strada per arrivare ad una padronanza ottimale. Qui entra in gioco poi l'utilizzo quotidiano e ogni giorno prendo un po' di confidenza in più, quindi le manovre pian piano cominciano ad essere più fluide e il ritmo leggermente più sostenuto.

Usare la testa quindi è un discorso che funziona a priori, ancora prima di mettersi sulla strada: bisogna essere e sentirsi sicuri, aver ben presenti i propri limiti e prendere le proprie decisioni di conseguenza. Credo che questa sia una buona base per poi lavorare sull'esercizio quotidiano, anche fuori dalla strada, per imparare manovre che poi possono tornare utili on the road.

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