Bene, da oggi parte ufficialmente il conto alla rovescia che porterà alla mia nuova fissa.
Poco tempo fa, tra le pagine di questo blog, ho delineato qualche idea di massima.
Ad oggi queste idee cominciano a prendere una piega più seria.
Preferisco lasciare un po' di sana suspance, anche perchè io stesso devo ancora finire di progettarla per bene: voglio un lavoretto ben fatto. Intanto però cominciano le prime fasi materiali di un percorso che si preannuncia, come al solito, non breve: non ci piace l'idea del tutto e subito. Anche perchè, esperienza insegna, è meglio costruirsela pian piano la biga. E poi ormai è agosto, e poi non ci sono tutti i soldi che si vorrebbe avere.
Il dato di fatto è che a casa, da oggi, c'è un nuovo telaio. Accanto a questo telaio c'è un'idea precisa sull'utilizzo di questa nuova biga. L'unica certezza è che i puristi storceranno il naso: è tempo di lasciarsi alle spalle molti luoghi comuni, è tempo, per me, di cambiare anche il modo di guidare la fissa, sperimentando nuove soluzioni.
Come al solito niente blingbling fine a sé stesso: non fa per me. per gli amanti del lato filosofico della fissa posso dire che al momento mi sto prendendo un sacco bene con una nuovo modo di intendere la biga: se con Jolie e Gauge ho sperimentato l'estremo della razionalità, della comodità, del risparmio e della versatilità nel quotidiano, se con il pursuit ho provato ad immergermi nell'austero ed eremitico concetto di bici da pista urbana, saggiandone a fondo tutti gli estremismi del caso che ne derivano (cercando però di mantenere sempre più coerenza possibile), adesso è tempo di provare altro.
Perchè ogni volta che si prova una strada nuova poi si finisce per appreszzarne meglio anche la vecchia.
Il tank urbano Jolie Rouge, grezza, cafona, un pugno in un occhio al senso estetico.
La placida passeggiona Gauge, l'antitesi di ogni fissa così come comunemente intesa.
L'estrema e splendida Калинка, un omaggio alla pista, orgasmo per sparate one-shot.
Ritenutomi soddisfatto dei tristissimi allenamenti di cui al post precedente, ho deciso di progredire alla fase successiva:
l'uscita in bici con altri ciclisti
Drammatica sveglia alle 5.40, caffè a 7800° Fahrenheit, Diana Blu sul water, doccia tonificante. Appuntamento alle 6.30 in ciclofficina: arrivando trovo un quantomai improbabile Ray intento a riparare una foratura mezzo nudo (temo che fossero i postumi del BlingBling Ancora nell'aria..). Sopraggiunge Bbio: anch'egli ha bucato stada facendo, cominciamo bene. I due ci metteranno 2 sensazionali ore a procedere al pit-stop: comincio a temere i possibili esiti di uno spignonamento. Partenza effettiva 8:30.
Attrezzatura Ray: canotta bianca modello Pizzeria Bella Napoli con laide manate di morchia, pantaloncino ciclista con gamba pelosa e spettacolare abbronzatura a settori; bicicletta da corsa fighetta con quantomai azzardato portapacchi stile panettiere (della serie: tengo il cupé sportivo e ci metto il portabighe sul tetto)
Attrezzatura Bbio: tecnicissima maglietta ciclista sponsorizzata con vezzoso gilet sopra, pantaloncino ciclista con gamba pelosa, occhiale senza una lente; fissa di derivazione ciclofficinica con manubrio crono ricavato da un tubo piegato a bestemmie dal Suino, astuccio da cancelleria con attrezzi ficcato nel portaborraccia e guarnitura con boccole svitate.
Attrezzatura Ico: vergognoso completino nero da ciclista pagato 10 euro, gamba pelosa, clamoroso casco nero da snowboard del Cimetta con sotto capplino ricordo della I love Milano; fissa nata e cresciuta in ciclofficina e rimodellata dala Decathlon: telaio da passeggio, ruote storte (si lo so, devo ancora centrarla e campanarla...) e filo di ruggine su tutto il telaio.
Lanciamo quindi la nostra personale sfida "Coppa Cobram" al pettinatissimo mondo dei ciclisti della domenica, sbagliando subito approccio dato che è sabato.
Partiti cominciano subito le mie pare: riuscirò a mantenere la media di 30-35 km/h? ma veramente questi vogliono fare un centinaio di Km? Io al massimo ne ho fatti 40 e ne sono pure uscito male. Simulo un crampo e me ne torno a casa? Simulo morte?
Naturalmente taccio di tutto ciò con i miei compagni e trasmetto positività, voglia di fare e allegria. Mento spudoratamente raccontando di quando ho fatto lo Zoncolan impennando in salita con la fissa portando un amico sulle spalle.
Direzione nord. Dopo qualche Km di riscaldamento imprimiamo un ritmo iniziale di 30 km/h. Pensavo peggio, molto peggio: stando in scia vado tranquillissimo e macino Km sfiorando alternativamente la ruota posteriore di Ray o Bbio. Superiamo banchi interi di sfavillanti ciclisti multicolor e alziamo ulteriormente la velocità di crociera.
Mi sto ancora gongolando sorpreso dalle mie stesse prestazioni quando a Monza Mastro Ray cade, complice una rotonda non troppo ben progettata. Per fortuna il nostro stravecchio si rialza miracolosamente illeso, però ora bisogna riprendere i branchi di ciclisti che ci hanno appena sfilati.
Ci pigliamo bene, Ray bello incazzato imprime un buon ritmo. Sbagliamo strada, riprendiamo la retta via e ci troviamo in zona andantina mossa: comincia il mio dramma personale. Una serie di interminabili falsipiani conditi da qualche salita meschina che, unite alla mia scarsa esperienza collinare in fissa e alla brillante idea di montare un 42/14 hanno messo a dura prova la mia psiche. Bbio però mi incita di proseguire e mi dà la carica. Tengo un passo lento ma costante, spingendo sui pedali ed imponendomi di non fermarmi, finchè un lungo discesono mi porta ad erba.
Sosta barbona sugli scalini di un supermercato, con abbondante mangiata di brioches. Ray si è pure addormentato (sugli scalini) in una delle posture più assurde mai viste, millantandone l'incredibile comodità: in realtà non si è mai ripreso dalla sveglia.
Ripartiamo: il lungo discesone ora è una lunga salita. Le gambe però sembrano andare da sole. mantengo sempre il mio passo, ma ce la faccio. Raggiungo gli altri e finalmente di nuovo discesa: Vento a favore e leggerissima pendenza ci permettono di mantenere per un po' una media oziosissima: 40 km/h. Ad un certo punto Bbio allunga, registro prima un 44 e poi un 47, finchè non ci perdiamo.
Vaghiamo come dei deficienti attraversando prati, rotonde e centri abitati: sembra che ci abbiano tolto la strada e che l'autostrada sia l'unico modo per raggiungere Milano.
Alla fine ritroviamo la retta via, ma la stanchezza giuoca il secondo fattaccio: Ray scivola di nuovo e si infila sotto un auto ferma ad un semaforo. Questa volta cade sul cellulare, rompendolo e prendendo una bella botta sulla coscia.
Ripartiamo un po' sottotono. A Milano Bbio viene preso da una crisi mistica e parte in volata: ce lo perdiamo. Noi invece facciamo gli ultimi km a gambe pesanti. Io comincio ad avere collo e spalle indolenziti (la bici fuori misura si fa sentire dopo un po') e Ray, complice la stanchezza, comincia a sentire le botte prese.
La ciclofficina sembra un miraggio: finalmente siamo a casa e possiamo pranzare sparando cazzate in buona compagnia.
Bellalì raga, veramente un bel giro: ripetiamo quanto prima!
La prova costume ha dato esiti negativi, quindi nell'ultimo periodo ho affrontato sessioni serali, nei limiti del possibile, da 30 km in biga per smaltire un po', rafforzare la gamba, rinvigorire il fiato e trovare un giusto equilibrio con me stesso.
Da bravo cittadino i 30 km sono rigorosamente in tondo per il parco Lambro: vista tangenziale est schivando zanzare mannare, varietà infinite di joggers, inlineskaters, bikesteppers, ghostbusters, vegetarian grindcore progressivers. Insomma, dall'ironman che si allena a Milano e poi torna correndo per cenare a casa sua a Firenze, a chi rischia un infarto dopo 20 metri, tipe fighe fresche come rose e sciuri tecnicissimi GPS-dotati (sia mai perdersi al Lambro), passando per mille varietà di sofferenze assortite, calorie bruciate, contapassi, autan e possibili anaeurismi.
Dopo essermi recato alla Decathlon, chiedendo espressamente l'attrezzatura del ciclista, ho sfigurato la povera Jolie con accessori ciclismo da poche lire (me devo dire funzionali): ho definitivamente perso la dignità zen del fissato duro e puro, abbracciando la filosofia dello sportivo barbone. Con il mio fido DC-9 poverello-style mi sono quindi armato di buona volontà e ho cominciato a tirare le fila della mia situazione ciclistica, operando inutili quanto devastanti piani di allenamento caserecci, incuranti di qualsiasi nozione basilare atta a tale scopo: un paro de uova crude prima di partire, musica di Rocky in cuffia e improvvise urla di incitamento modello ospedale psichiatrico unite a facce da guerra, seguite molto spesso da depressioni e pianti improvvisi. Il tutto condito da coloriti paonazzi e ascelle tzunami.
Sarà servito a qualcosa tutto ciò?
State tunati: lo scoprirete nella prossima puntata!
Sarà il mio "compleanno fisso": un anno dopo il mio primo bagno di folla folle.
Giravo da pochissimo sulla mia Gauge, tantè che quel giorno avevo montato per la prima volta le gabbie e mi vergognavo terribilmente a chiedere se avevo messo le cinghiette nel modo giusto ;p
Il sabato mattina ho conosciuto Ortu, poi man mano la ciclofficina si è riempita di fissati. Per me era la primissima volta che vedevo la Stecca prima di una Alley, ed era la primissima volta che vedevo insieme più di due fisse. Ad un certo punto robe che mi piglia un colpo: vicino alla mia bicicletta ce n'era una completamente bianca, che avevo visto su internet.
Alla fine non ho fatto la gara del pomeriggio, ma la domenica per me è stata un fulmine a ciel sereno: tante bighe colorate, pedalare insieme gli altri altri, gli adesivi, i trickss, i trackss... eh, insomma tanta robba, il resto tanto lo conoscete: è in queste pagine.
Ecco un altro evento che si avvia a diventare un classico: 12-13 settembre.
Non serve aggiungere altro: ci vediamo là, e si aprirà l'anno scolastico alla grande regiz!
Bozo l'ha promesso, Bozo lo fa sul serio: per il suo compleanno il regalo lo fa a noi!
Il 23 sera tenetevi liberi, tipo dalle 22.00 alle 02.00, perchè al bar Cuore di Milano ci sarà di che cafonare.
Senza ritegno alcuno, finalmente ci si potrà sfogare in una serata di gran gala bling bling! Eccesso, glamour, ostentato esibizionismo... tutto è ammesso pur di vincere l'ambito premio: una sana sbronza mondiale!
Cominciate a sfoderare lustrini, zeppe e aerospoke: ci sarà da ridere :°D
sarà che ormai questo caldo è proprio fastidioso e le zanzare non mollano, fatto sta che anche il Cimetta ha fatto il grande passo:
dal risultato possiamo desumere facilmente la mano dell'autore: solo lui poteva metter vicino due telai dal connubio così esteticamente improbabile. Ma alla fine dei conti, il suo perchè è proprio questo*, davvero.**
Quindi limitiamoci a fare i complimenti a Gio per il nuovo destriero e prendiamo atto anche di un'altra cosa: andando in giro con Rocco già mi ero accorto di quanto le Tallbike lascino sgomente le donzelle. Non si tratta di sottili giochi di sguardi, o sfuggevoli e maliziose occhiate.
Ieri sera la prova del nove: tutte le ragazze sbroccano di brutto di fronte ad una bici a due piani. Sgranano gli occhi, spalancano la bocca con espressione ebete, si lanciano in reazioni esagerate e violente, tipo che cominciano a strattonare le amiche urlando "guarda quella cazzo di bici!!!", oppure si sbracciano, salutano, si fanno vedere. Oh, tutte fighe poi!
Insomma, robe dell'altro mondo... Non rimane altro che cominciare a pensare ad una Tallbike fissa, magari pursuit, in modo da risollevare la pessima nomea che affligge noialtri fissati! Azz, mi sa che qualcuno già ci ha pensato... giuro che lo aggiungo nella rubrica I love Pursuit! :°D
PS: comunque ieri sera in Critical Mass ho vinto la mia paura e finalmente l'ho provata sta minchia di biga a due piani: è una figarta pazzesca!!!
Ormai ben si sa, il fissato medio vive sull'onda dei paparazzi: studiato, analizzato, esortato... insomma chi più ne ha più ne metta!
Ma se è vero che al mondo si da una certa impressione, tra il bello e il dannato, tra il serio e il criceto, la realtà dei fatti è molto diversa: branchi di gente poco raccomandabile, decisamente malvestita e ormai priva di ogni pudore estetico pare sfatare definitivamente il mito del fissato poser...
Comunque niente paura: Biciclettas Blues e dRIM tIM risolleveranno le sorti malverse con un bel carico di magliette stilose fresche fresche di stampa:
In arrivo la nuova tallbike made in Rocco. Il nostro scienziato pazzo della bici ci aveva già regalato una chicca non da poco, prevedendo sulla sua bici a due piani un sistema per smontare il telaio, soluzione volta a facilitarne il trasporto.
A questo giro la cosa si fa più seria: sulla base di due graziellone da 24 una tallbike da viaggio altamente pieghevole. Facile direte voi... Sticazzi, rispondo io: si piega in quattro!
In attesa di vederla finita trovate la preview ufficiale della costruzione sul suo blog: Rocco salda il mondo.
Attenzione però, scatti bike-porn ad alto contenuto erotico-ciclofficinico!
Appunti di viaggio: da quando mi sono imbarcato nel mondo fisso (che poi da un certo punto di vista si potrebbe dire, in modo del tutto scanzonato e non pretenzioso, "nel mondo ciclistico"), ho sperimentato parecchio, forte dell'assunto "spendere poco per vedere se piace".
Con il passare dei mesi ho capito "che mi piace".
I fattori ciclofficina, pezzi di recupero e mercatini hanno contribuito ad un forte ricambio della componentistica sulle mie bici. Ogni modifica, voluta o meno, ha implicato poi una rivisitazione generale del mezzo più o meno marcata, indirizzata ad un migliore utilizzo dello stesso declinato sull'utilizzo che ne faccio.
Ma a questo punto, in cui ho già qualche idea in merito, come sarebbe la mia biga ideale partendo da zero e aprendo il portafogli?
E' essenziale prima di tutto determinarne con precisione l'uso. mi servirebbe:
- per un utilizzo normale - per uscite più impegnative - per correre Gare Metropolitane
un mezzo ibrido, ma non troppo, che risulti reattivo, leggero e prestante ma pur sempre comodo e non sacrificato per un utilizzo blando e quotidiano.
Telaio: senza ombra di dubbio artigianale, in modo da poter partecipare al processo di assemblamento con le mie richieste specifiche. Continuo a preferire l'acciaio a congiunzioni, da qui la scelta dei tubi rimane un passo fondamentale, anche per quanto riguarda gli aspetti di leggerezza e robustezza. Carro posteriore cortissimo e reattivo sulla pedalata, con un anteriore però meno estremo e più stradale. Forcellini orizzontali e sicuramente tensionatori. Predisposizione per freni (sia davanti che dietro) e per borracce. Sugli angoli ci sto pensando già da un po' e sto arrivando a qualche conclusione in merito.
Gruppo: sicuramente monomarca. BB a cartuccia e mozzi su cuscinetti sigillati, per un discorso prettamente legato alla manutenzione. Ideale sarebbe flip flop posteriore in modo da cambiare velocemente il rapporto da corsa a passeggio (scarto tra i denti tale da garantire la stessa lunghezza di catena), tralaltro soluzione che utilizzo ultimamente in modo soddisfaciente.
Cerchi: profilo medio/medio-basso, doppia camera e pista frenante. Raggiatura dietro sicuramente in terza, mentre per l'anteriore rimane la mia indecisione tra il radiale (a cui ormai ci ho fatto l'abitudine) e una terza (che mi solletica parecchio, visto che in città non è propiamente una pista da pattinaggio...). Rimarrebbe una soluzione B: ruota di default raggiata in terza per un uso normale ed eventuale cerchio a razze anteriore da montare esclusivamente per uscite ad ampio raggio o comunque per correre fuori città. Però ne apprezzo rotazione e rigidità solo in corsa e ben lontano da pavè e simili. E il fattore prezzo comunque mi fa sempre riflettere su quanto sia conveniente spendere tutti quei soldi per un apporto che comunque, per il mio grado di esperienza, non riesco ancora a sentire come totalemente determinante...
Gommatura: qui casca l'asino.... I palmer mi attizzano parecchio e mi ci trovo bene, molto meglio che con il copertoncino. Però questi ultimi rimangono comunque più pratici, sopratutto quando ci si allontana da casa... Probabilmente opterei per questi ultimi.
Sella: comoda, comoda, comoda. Mai come in quest'ultimo periodo bramo una sella che sia il giusto compromesso tra l'andare a fare la spesa e fare 30-40 km. Purtroppo questo è uno degli unici aspetti che realmente ci si deve affidare al proprio culo e provare...
Assetti: fondamentalmente due 1) corsa/uscite: monterei portaborracce e piega già armata di manopole per i freni, nonchè questi ultimi. Entrambi e buonanotte al secchio, rapporto più duro ma non troppo: circa 75", mi piacerebbe inoltre provare i pedali a sgancio rapido; 2) per un utilizzo normale spogliata di tutto tornerebbe brakeless e con un bel riser intorno ai 40 cm, rapporto morbido intorno a 70", che trovo fenomenale in città.
Insomma, questo è il canovaccio che ultimamente mi frulla per la testa. La parte veramente difficile è metterle in atto: al momento in realtà non ho bisogno di una bici nuova, però mi piacerebbe pian piano cominciare a cercare i pezzi per quella definitiva. Il vero problema sta proprio qui: a quale telaista /marca affidarsi? Che gruppo scegliere, senza svenarsi? e così via per ogni singolo pezzo, fino all'ultima vite: se le cose si devono fare, le si fanno a modino (come direbbe Vic)
Qualche idea di massima già c'è, ma siamo ancora in alto mare :D