venerdì 22 maggio 2009

La Topa bianca

Eccola qua! Chiacchierata, immaginata, attesa, BRAMATA e... finalmente immortalata!

E' la nuova biga di Vic, che ci ha ampiamente sfracellato la minchia con i suoi "cappelletti" (trad. calotte del mov. centrale) che non andavano mai bene, con la dogana che si faceva i comodi suoi e altri mille aneddoti senz'altro da tramandare ai posteri.

Ho avuto la fortuna di vederla in anteprima (in realtà più che anteprima l'altra sera invece di andare al Bike Polo ho bestemmiato per ore insieme a Vincenzo per aiutarlo a montarla), e confermo che dal vero è una bici che non passa inosservata.

Ha numerose soluzioni che normalmente, prese singolarmente, non mi piacciono (da bravo romanticone del vintage quale sono :D ), però a questo giro sono costretto a togliermi il cappello di fronte al risultato finale, che tralaltro è molto armonioso nel suo insieme.

Vabbè vincè, non resta altro che ammazzarla di Km ora!

Ps: andatevi a vedere il resto delle foto su ViFisso ;)

giovedì 21 maggio 2009

Gabbiette

Ultimamente ho provato parecchi tipi di manopole e gabbiette. Spesso si parte in quarta con questi componenti, puntanto dritti all'estetica. Invece trovare un giusto feeling in questi due punti nodali spesso sottovalutati non è cosa da poco.

Concentriamoci sulle gabbiette. Inizialmente mi rifiutavo categoricamente di utilizzarne in plastica. Sinceramente non so bene perchè, ma mi ero incaponito su quelle in metallo che ho a lungo montato. Per intenderci tipo queste:

Il problema? Con questo tipo di gabbiette non ero per nulla comodo. O meglio, non ero comodo una volta strette a dovere. Siccome avere i piedi belli fissi in fissa è spesso cosa buona (spesso ma non sempre! diffidate dalle sentenze categoriche ;) ), mi sono incupito non poco. Non so se è un problema mio (molto probabile perchè alla fine anche con le scarpe mi trovo bene solo con determinate marche e modelli), fatto sta che quando avevo bisogno di maggiore grip il passante centrale per il cinghietto mi dava parecchio fasitidio sulla parte superiore del piede, a prescindere dal tipo di scarpa utilizzato.

Prendo le stesse gabbiette, però in plastica, risolvendo parzialmente la questione, in virtù di una maggiore elasticità. Inoltre ho notato una migliore propensione alla longevità: quelle in metallo necessitano di qualche cura, essendo comunque soggette a ruggine nella zona rivetti. Inoltre è logico prevedere un logorio direi fisiologico (gratta qua, gratta di là...) che porta ad uno sfaldamento della cromatura, aumentando così i punti di ruggine. Infine le gabbie in metallo si piegano e... si spezzano. Oltre un certo punto non je la fanno...

Step successivo, parzialmente convinto che la plastica in fondo non è così male mi piglio questo tipo:

l doppio foro mi risolve tutti i problemi esistenziali: il piede entra bene anche con i cinghietti già stretti di default e, nel mio caso, i due passanti laterali alleviano la pressione sulla parte superiore del piede, garantendomi finalmente quel compfort che tanto cercavo.

Da qui il passo al doppio cinghietto è breve, e arrivo a questo montaggio:

il cinghietto dietro passa attraverso pedale e fori della gabbietta, mentre quello davanti si blocca solo attraverso i pedali, rimanendo libero sulla gabbia. Soluzione questa adottata da molti. Sinceramente mi entusiasma fin da subito: piedi bloccati molto bene, zero fastidi.

Step ancora succcessivo: provare gabbie 1) in plastica 2) con quattro fori. Qui scatta il puro senso estetico, ovvero cercare un po' di pulizia con cinghietto doppio e gabbia predisposta. Riesco a trovare queste, che monto al volo sulla biga:


qui scatta il dietrofront:certo, la linea d'insieme rimane molto più ordinata, però un sistema a quattro fori non mi convince fino in fondo, almeno per i miei gusti e in confronto a quello utilizzato precedentemente, che ripristino nel giro di qualche giorno.

Perchè?

Beh il doppio cinghietto + gabbia dedicata offrono comunque un buon compfort, tenendo bello saldo il piede nella parte alta. anzi, fasciandolo nel vero senso della parola. Il problema è che, in confronto, i due cinghietti singoli offrono una serie di vantaggi in più.

Innanzitutto quello anteriore lo si può già stringere abbastanza di default: entrando nella gabbietta con la scarpa, questo (non passando attraverso occhielli) scivolerà in avanti serrando ben stretta la punta del piede. Si può in questo modo tenere il cinghietto dietro leggermente lasco per facilitare ulteriormente l'ingresso, andando a stringere al volo quando si comincia a pedalare con più brio. Per una pedalata scialla già il cinghietto davanti fa un ottimo lavoro. Inoltre avere la punta bella salda dà un'ottima sensazione.

Una volta stretto a morte quello dietro il piede è completamente bloccato al pedale nella sua lunghezza, perchè i punti saranno realmente due (in punta e nella parte alta).

Il mio consiglio è comunque quello di provare le varie soluzioni e vedere quale si adatta meglio al proprio stile di pedalata e sopratutto che risulta più comoda.

domenica 17 maggio 2009

Il Giro - report

Il Giro è stata proprio una bella idea. Un po' perchè ha anticipato la tappa del Giro d'Italia a Milano. Un po' perchè è stata una vera e propria garetta di bici, esattamente come annunciato. Si parla e si vogliono sempre alleycat, ma effettivamente le variazioni sul tema posso essere infinite.

Per me, personalmente, è stata una delle cose più simili in assoluto alle garette intorno all'isolato che si faceva da ragazzini. Stesso gioco, però rifatto da grandi.

14 team da 4 persone. Ogni team doveva rispettare alcuni standard per compensare la presenza all'interno di ruote fisse/libere freni/breakeless (cosa che ha generato una comicissima piazza affari in cui la gente andava in giro gridando "ho i freni", "ruota libera", e i gruppetti invece "ci serve un brakeless", "qualcuno con la fissa?").

Partenza e arrivo in batteria da piazza del Castello (4/5 squadre per turno di gara), ogni membro di ciascun team doveva completare un giro del Parco Sempione, togliersi la maglietta della squadra e passarla al compagno già pronto sulla linea di partenza.

Per completare i 4 giri una media di 25/26 minuti (1° tempo 23:49, 14° 29:46). Percorso molto veloce, con un mix niente male di soluzioni. Innanzitutto quasi tutto asfalto bello liscio, con solo due tratti di pavè, curve a gomito, curve ad alta velocità, 2-3 semafori realmente interessanti e sopratutto una linea di partenza/arrivo da brivido, con alle spalle un semaforo pronto a scaricare parecchio traffico bello incazzato.

E' qui che si sono visti i numeri più spettacolari: dalla caduta allo skid che attraversa l'intero incrocio, alla ragazza in motorino che probabilmente ancora sta pregando la Madonna per lo spavento (reazione anche motivata quando quasi ti piomba addosso dal nulla un matto mezzo nudo in bici, che urla come un Unno con la faccia sconvolta e paonazza :D).

Per il resto tutta una tirata scannagambe, da spararsi one shot senza risparmiarsi: il cronometro corre e ci si gioca tutto sui secondi. 5/6 minuti di gara effettiva in cui tirar fuori tutto.

E poi anche lavoro di squadra per agevolare il rientro del corridore precedente, cambio maglia e partenza del successivo.

Cosa mi è piaciuto? Beh, questo tipo di garetta a cronometro tira fuori molto l'essenza del correre puro e duro, della prestazione individuale e di squadra sul filo del tempo. Inoltre non esiste alcuna differenza sostanziale tra chi corre in casa e chi viene da fuori (molto bello il giro di ricognizione iniziale: una sorta di CM a preponderanza fissa). Quindi presupposti alquanto diversi da una alley media che si basa molto sull'orientamento e la strategia. Inoltre il tempo sui pedali si riduce a pochissimo, considerando la staffetta nel suo insieme come una prestazione unica.

Il mix fisse/libere nei team è stata una buona discriminante, così come i criteri per formare le squadre: entrambi aspetti che hanno aumentato l'alea e la curiosità sui risultati man mano che il cronometro correva (io ero tipo in agitazione e andavo a spaccare le balle ogni due minuti per controllare i risultati ;) ).

Cambiare ogni tanto non fa male: mantiene il divertimento alto e le gambe calde, sopratutto ad una settimana da una Alley, quindi arricchendo il calenario senza creare doppioni.

Un sogno per il futuro? Idea non mia, ma veramente fighetta: percorso fisso su bici tutte uguali :D

Foto:

flickr di Parkh
flickr di milanonordkapp
set di Gianluca, gara e foot down

giovedì 14 maggio 2009

Eat the cat race 2009

Avete un flyer da vedere, un nuovo sito da navigare, che vi manca? aspettare la fine di giugno? giusto... ottima osservazione.

domenica 10 maggio 2009

Cogs & Kebabs: resoconto

Zaino: c'è. Attrezzi, ricambi, casco per me, casco per Nephasto, macchina photografica... si vabbè dai c'è tutto. Prima trasferta: 8:30 si esce di casa, appuntamento in centrale con gli altri.

Arrivo e trovo Giulia e Ruggero. Poi Andrea e un Vic particolarmente spento. Si distribuisce qualche santino e si cerca di convincere la bigliettaia che noi si preferirebbe un bel regionale piuttosto che la fracciarossadistocazz'.

Inutile dire che tutta l'attenzione della gente non era per le bighe multicolori, bensì per il nostro abbigliamento improbabile: nun ce si può vedè!

Carichiamo. Cambio a Piacenza, dove per un pò cazzeggiamo sulla banchina e dove un tipo si mette a discutere con noi dello scatto fisso. Nell'ordine: ne prova una, si stupisce che vi siano gare per fisse, ci dà qualche dritta su bologna, si ripromette che se ne farà una pure lui per divertirsi.

Intanto Vic è sempre più spento. Cerca di arginare la cosa con un panino.

Si riparte, e tra una cosa è l'altra si arriva a Bologna con un dogmatico ritardo da regionale. Becchiamo il grande Joanfran, qualche convenevole e poi dritti fino a dove alloggerà Ruggero per la notte. Sosta, qualche lavoretto sulla biga di NAOS, finchè non attraversiamo la strada e veniamo accolti tra le braccia amorevoli di una trattoria.

Il vero sportivo si vede qui: tagliatelle al ragù, tortellini, affettati, crescenza, bistecche, piadine e birra, tanta birra. Finito di mangiare una sana diana blu. Anche due. Io comincio a vacillare dopo il pranzo, quindi vengo subito assoldato per fare un po' da meccanico e finire gli ultimi lavoretti sulla biga di NAOS cominciati dagli altri. Vacillo sempre di pù: l'abbiocco incombe.

Intanto si fa tardi: cartineeeee! Alla feltrinelli, dopo un po' di sbattimenti, si trovano quelle giuste. Via al ritrovo quindi. Bologna tralaltro si gira bene: il pavè manco sembra pavè tanto è bello liscio e uniforme, le vie sono larghe e non troppo caotiche (o almeno i guidatori non sono degli invasati...).

Ai giardini basta pochissimo per capire che siamo nel posto giusto: cominciano ad arrivare altri fissati da tutte le parti. Parcheggio, foto, iscrizione e pubblic relations. Io e Ruggero siamo in botta completa, reclamiamo almeno 10-15 minuti di pennica, che tra una cosa e l'altra non si riuscirà a fare.

Ci si trasferisce in piazza Carducci, punto di partenza, dove ci raggiunge il buon vecchio Nephasto con il suo solito ritardo, dogmatico quanto quelli delle FS. Ultimi preparativi, si mettono le bici appoggiate sulla ringhiera, a sinistra della linea di partenza, mentre di fronte a noi la scatolicchia con i fogli di gara.

Ultimissime indicazioni. 3, 2, 1... Via! Si scatena la solita calca per i fogli, con tanto di rissa da saloon, poi parte il brain storming: checkpoint in ordine libero, da fare però tutti entro il limite di 2h. Alcuni sono fuori. Uno pare molto fuori. Grazie a Joanfran che conosce un po' la città segnamo tutti i check sulla cartina e li numeriamo: partiremo dal più vicino alla partenza, andando poi verso est faremo il più lontano di tutti, tagliando poi di ritorno il centro città e lasciano quelli ad ovest per ultimi.

Il dRIM tIM si spacca praticamente subito, scelta che poi risulterà felice: le due ragazze da una parte, Vic e NAOS si lanciano dietro agli autoctoni, io Ruggero, Nephasto e Joanfran invece rimaniamo uniti (per poco).

Decido di darmi una mossa, affrontare il torpore, abbiocco e pure allergia lanciandomi con tutte le forze in una burrascosa ed indomita partenza. Con ampie e maschie falcate volo sul pavè a tutta velocità superando automobilisti che si scansano terrorizzati dinnanzi la mia vorticosa irruenza mentre lanciando grida maori di guerra metto incinte due o tre belle ragazze innocenti che passano di lì per caso. Nella foga mangio pure un piccione al volo sputandone le ossa.

Dopo 200 metri le gambe mi cedono, la gola si secca d'improvviso e tutto il torpore mi si abbatte sulla nuca come un macigno ;) Da qui, per me, parte la prima ora di gara ad encefalogramma piatto e gambe di pastafrolla, tutta all'insegna del "mò manno tutto affanculo e mi metto a dormire sotto il primo albero". Mi focalizzo sul culo di Joanfran e impongo ai miei due neuroni di non perderlo di vista.

Ruggero schizza in avanti imprendibile, Nephasto si lancia in volata insieme a un altro gruppetto, mentre io e Joan rimaniamo leggermente indietro a vista. Sistematicamente, sulla strada del secondo ed interminabile check, perdo un po' su Joan, ma il suo culo rimane un segnale di speranza.

Peccato che qui facciamo la prima (e forse unica) vera minchiata: tiriamo dritto, tant'è che ad un certo punto ci accorgiamo che qualcosa non quaglia e optiamo per uno strategico dietro-front. Con questo perdiamo tra una cosa e l'altra un quarto d'ora buono, cosa che ha influito molto sul risultato d'arrivo.

Dopo il secondo check il ritorno verso il centro, dove le cose principiano a cambiare. Innanzitutto non siamo più sotto lo scoppio del sole, poi JoanTomTom comincia a navigare di brutto per la città con rapidissimi controlli della cartina in corsa, mentre io riemergo dalla mia fase coma.

Snoccioliamo tutti i check senza grosse difficoltà, danzando tra i viali bolognesi e giocando con il traffico non troppo ostile. La carica è tornata. Incrociamo spesso il team di Milanofixed, e ogni tanto altri gruppetti di fissati sparsi, tra cui quello di Ben e Fabio.

Paura e delirio al penultimo check: arriva il secondo momento di crisi. La stanchezza sale prepotente, la sete pure, e sopratutto non riusciamo a capire dove minchia si prende la strada che dobbiamo imboccare. Anche qui perdiamo manciate di minuti preziosi a mezz'ora dalla chiusura della gara. Sconforto epocale.

Spuntano fuori proprio i ragazzi di Milanofixed come dei messia e ci mettiamo subito in scia a loro: ormai ragionare non basta più, tocca avere fede! Perdiamo altri minuti a cercare il check, lo troviamo e ci spariamo verso l'ultimo, naturalmente il più duro perchè tutto in salita. Anzi, colgo l'occasione per fare le mie pubbliche scuse perchè credo di aver bestemmiato particolarmente pesante durante la salita...

Manca pochissimo alla chiusura e per fortuna che ci accodiamo ad altri ragazzi che, forti di conoscere la zona, ci danno nuova carica per affrontare le ultime falcate. Al traguardo l'unica cosa che sento è Nephasto che mi urla che il tempo sta scadendo in quel momento: lancio la mia povera biga e arranco al tavolo degli organizzatori tipo Fantozzi. The last fucking one: ce l'ho fatta!

Parte la festa: innanzitutto acqua, a litri. Poi si comincia a parlare con tutti, scambiarsi commenti e fare casino. Ci spostiamo al Deka dove ingurgitiamo ettolitri di succo di frutta, e poi di nuovo all'arrivo per birre e premiazione. Le innumerevoli voci sui due dispersi (NAOS e Vic) che narrano di incredibili incidenti, mirabolanti avventure e abbordaggi pirateschi a ragazze autoctone nonchè quant'altro suggerisca il passaparola di leggende metropolitane, si risolvono con la loro semplice riapparizione tra un coro di sollazzi.

Il dRIM tIM va dritto a premi su due nomination: Ruggero 1° out of town, io the last fucking one. Però Enrica e Giulia si piazzano al 2° e 3° posto tra le donne, e Nephasto infila un piazzamento degno di nota sulla classifica generale.

Luckwind, primo arrivato, vince una seconda volta, e a questo giro definitivamente: regala il telaio messo in palio dai DiFisso a Ruggero (che ha corso con una bici finita di assemblare poco prima la partenza con pezzi di emergenza perchè la sua è stata rubata la settimana scorsa): punti rispetto a vita.

Si festeggia tra birre foto e minchiate, ma noialtri si deve tornare indietro a Milano, quindi salutiamo un po' tristi tutti, carichiamo le bighe smontate, e pian piano ci dirigiamo verso casa.

La Alley di Bologna finisce qui. Io mi sono divertito parecchio perchè: la giornata è stata bellissima, il percorso molto veloce e comunque con capatine anche fuori dal centro, il traffico di Bologna è godurioso, la compagnia ottima, il cibo celestiale.

Una giornata divertente dal clima disteso insomma, in più ho concluso tutti i check-point nel tempo prestabilito, e mi sono portato a casa qualche premio. Ho pure finalmente corso insieme a Joan!

Per me l'evento passa la prova del nove!

foto:

flickr di sfb
flickr di fixed gear
flickr di Basik
flickr di ceccanti
flickr di Parkh
flickr di simo fixed
set di Carlitos
flickr del dRIM tIM

lunedì 4 maggio 2009

Il Giro

Garetta di biclette. Milano, piazza del castello - 16 maggio h. 16.30.

Ma voi le state preparando le gambine?

venerdì 1 maggio 2009

Hanno fregato la bici a Ruggero

Qualche infame ha fregato la biga di Ruggero. Succedesse a me mazze da baseball nei denti tutta la vita...

Intanto vi giro l'annuncio con la taglia, stiamo un po' tutti all'occhio in giro:

chiedo soccorso e solidarietà - perfavore fate girare ovunque (blog, forum, etc.) lo riteniate utile !! gio 30 sera, in zona precotto a milano mi hanno fregato la fissa da dentro il giardino di casa. foto -> http://www.flickr.com/photos/bicidalavoro/ la bici è completamente nera con le congiunzioni del tubo sterzo e alcune parti del tubo sella cromate; il telaio è di una bici a bacchetta, riconoscibile dagli attacchi dei freni sul telaio e dai forcellini post. verticali. altre caratteristiche per individuarla/ individuare i pezzi (anche se la riverniciano/camuffano/ smembrano) sono: - mozzo post. oversize, flip flop di colore nero della bike positive (ce ne sono pochi in giro) - mozzo ant. campy record silver flangia bassa, un modello molto vecchio - cerchi ambrosio evolution silver a profilo medio basso - gomme kenda tipo ciclocross - freno ant. miche caliper tipo corsa - manubrio riser, silver, con manopole nere oury. inutile dire che ci sono affezionatissimo, il valore non è altissimo ma cmq rilevante. offro ricompensa. grazie a tutti. ruggerocasamassima@hotmail.com