Zaino: c'è. Attrezzi, ricambi, casco per me, casco per Nephasto, macchina photografica... si vabbè dai c'è tutto. Prima trasferta: 8:30 si esce di casa, appuntamento in centrale con gli altri.
Arrivo e trovo Giulia e Ruggero. Poi Andrea e un
Vic particolarmente spento. Si distribuisce qualche santino e si cerca di convincere la bigliettaia che noi si preferirebbe un bel regionale piuttosto che la fracciarossadistocazz'.
Inutile dire che tutta l'attenzione della gente non era per le
bighe multicolori, bensì per il nostro abbigliamento improbabile: nun ce si può vedè!
Carichiamo.
Cambio a Piacenza, dove per un pò
cazzeggiamo sulla banchina e dove un tipo si mette a discutere con noi dello scatto fisso. Nell'ordine: ne prova una, si stupisce che vi siano gare per fisse, ci dà qualche dritta su bologna, si ripromette che se ne farà una pure lui per divertirsi.
Intanto Vic è sempre più spento. Cerca di arginare la cosa con un
panino.
Si riparte, e tra una cosa è l'altra si arriva a Bologna con un dogmatico ritardo da regionale. Becchiamo il grande
Joanfran, qualche convenevole e poi dritti fino a dove alloggerà Ruggero per la notte.
Sosta, qualche lavoretto sulla biga di NAOS, finchè non attraversiamo la strada e veniamo accolti tra le braccia amorevoli di una trattoria.
Il vero sportivo si vede qui: tagliatelle al ragù, tortellini, affettati, crescenza, bistecche, piadine e birra, tanta birra. Finito di mangiare una sana diana blu. Anche due. Io comincio a vacillare dopo il pranzo, quindi vengo subito assoldato per fare un po' da meccanico e finire gli ultimi lavoretti sulla biga di NAOS
cominciati dagli altri. Vacillo sempre di pù: l'abbiocco incombe.
Intanto si fa tardi: cartineeeee! Alla feltrinelli, dopo un po' di sbattimenti, si trovano quelle giuste. Via al ritrovo quindi. Bologna tralaltro si gira bene: il pavè manco sembra pavè tanto è bello liscio e uniforme, le vie sono larghe e non troppo caotiche (o almeno i guidatori non sono degli invasati...).
Ai giardini basta pochissimo per capire che siamo nel posto giusto: cominciano ad arrivare altri fissati da tutte le parti.
Parcheggio, foto,
iscrizione e pubblic relations. Io e Ruggero siamo in botta completa, reclamiamo almeno 10-15 minuti di pennica, che tra una cosa e l'altra non si riuscirà a fare.
Ci si trasferisce in
piazza Carducci, punto di partenza, dove ci raggiunge il buon vecchio Nephasto con il suo solito ritardo, dogmatico quanto quelli delle FS. Ultimi preparativi, si mettono le bici appoggiate sulla ringhiera,
a sinistra della linea di partenza, mentre di fronte a noi la scatolicchia con i fogli di gara.
Ultimissime indicazioni. 3, 2, 1... Via! Si scatena la solita calca per i fogli, con tanto di rissa da saloon, poi parte il brain storming: checkpoint in ordine libero, da fare però tutti entro il limite di 2h. Alcuni sono fuori. Uno pare
molto fuori. Grazie a Joanfran che conosce un po' la città segnamo tutti i check sulla cartina e li numeriamo: partiremo dal più vicino alla partenza, andando poi verso est faremo il più lontano di tutti, tagliando poi di ritorno il centro città e lasciano quelli ad ovest per ultimi.
Il dRIM tIM si spacca praticamente subito, scelta che poi risulterà felice: le due ragazze da una parte, Vic e NAOS si lanciano dietro agli autoctoni, io Ruggero, Nephasto e Joanfran invece rimaniamo uniti (per poco).
Decido di darmi una mossa, affrontare il torpore, abbiocco e pure allergia lanciandomi con tutte le forze in una burrascosa ed indomita partenza. Con ampie e maschie falcate volo sul pavè a tutta velocità superando automobilisti che si scansano terrorizzati dinnanzi la mia vorticosa irruenza mentre lanciando grida maori di guerra metto incinte due o tre belle ragazze innocenti che passano di lì per caso. Nella foga mangio pure un piccione al volo sputandone le ossa.
Dopo 200 metri le gambe mi cedono, la gola si secca d'improvviso e tutto il torpore mi si abbatte sulla nuca come un macigno ;) Da qui, per me, parte la prima ora di gara ad encefalogramma piatto e gambe di pastafrolla, tutta all'insegna del "mò manno tutto affanculo e mi metto a dormire sotto il primo albero". Mi focalizzo sul culo di Joanfran e impongo ai miei due neuroni di non perderlo di vista.
Ruggero schizza in avanti imprendibile, Nephasto si lancia in volata insieme a un altro gruppetto, mentre io e Joan rimaniamo leggermente indietro a vista. Sistematicamente, sulla strada del secondo ed interminabile check, perdo un po' su Joan, ma il suo culo rimane un segnale di speranza.
Peccato che qui facciamo la prima (e forse unica) vera minchiata: tiriamo dritto, tant'è che ad un certo punto ci accorgiamo che qualcosa non quaglia e optiamo per uno strategico dietro-front. Con questo perdiamo tra una cosa e l'altra un quarto d'ora buono, cosa che ha influito molto sul risultato d'arrivo.
Dopo il secondo check il ritorno verso il centro, dove le cose principiano a cambiare. Innanzitutto non siamo più sotto lo scoppio del sole, poi JoanTomTom comincia a navigare di brutto per la città con rapidissimi controlli della cartina in corsa, mentre io riemergo dalla mia fase coma.
Snoccioliamo tutti i check senza grosse difficoltà, danzando tra i viali bolognesi e giocando con il traffico non troppo ostile. La carica è tornata. Incrociamo spesso il team di Milanofixed, e ogni tanto altri gruppetti di fissati sparsi, tra cui quello di Ben e Fabio.
Paura e delirio al penultimo check: arriva il secondo momento di crisi. La stanchezza sale prepotente, la sete pure, e sopratutto non riusciamo a capire dove minchia si prende la strada che dobbiamo imboccare. Anche qui perdiamo manciate di minuti preziosi a mezz'ora dalla chiusura della gara. Sconforto epocale.
Spuntano fuori proprio i ragazzi di Milanofixed come dei messia e ci mettiamo subito in scia a loro: ormai ragionare non basta più, tocca avere fede! Perdiamo altri minuti a cercare il check, lo troviamo e ci spariamo verso l'ultimo, naturalmente il più duro perchè tutto in salita. Anzi, colgo l'occasione per fare le mie pubbliche scuse perchè credo di aver bestemmiato particolarmente pesante durante la salita...
Manca pochissimo alla chiusura e per fortuna che ci accodiamo ad altri ragazzi che, forti di conoscere la zona, ci danno nuova carica per affrontare le ultime falcate.
Al traguardo l'unica cosa che sento è Nephasto che mi urla che il tempo sta scadendo in quel momento: lancio la mia povera biga e arranco al tavolo degli organizzatori
tipo Fantozzi. The last fucking one: ce l'ho fatta!
Parte la festa: innanzitutto acqua, a litri. Poi si comincia a parlare con tutti, scambiarsi commenti e fare casino. Ci spostiamo al
Deka dove ingurgitiamo ettolitri di succo di frutta, e poi di nuovo all'arrivo per birre e premiazione. Le innumerevoli voci sui due dispersi (NAOS e Vic) che narrano di incredibili incidenti, mirabolanti avventure e abbordaggi pirateschi a ragazze autoctone nonchè quant'altro suggerisca il passaparola di leggende metropolitane, si risolvono con la loro semplice riapparizione tra un coro di sollazzi.
Il dRIM tIM va dritto a premi su due nomination:
Ruggero 1° out of town,
io the last fucking one. Però Enrica e Giulia si piazzano al 2° e 3° posto tra le donne, e Nephasto infila un piazzamento degno di nota sulla classifica generale.
Luckwind,
primo arrivato, vince una seconda volta, e a questo giro definitivamente: regala il telaio messo in palio dai DiFisso
a Ruggero (che ha corso con una bici finita di assemblare poco prima la partenza con pezzi di emergenza perchè la sua è stata rubata la settimana scorsa): punti rispetto a vita.
Si festeggia tra birre foto e minchiate, ma noialtri si deve tornare indietro a Milano, quindi salutiamo un po' tristi tutti, carichiamo le bighe smontate, e pian piano ci dirigiamo verso casa.
La Alley di Bologna finisce qui. Io mi sono divertito parecchio perchè: la giornata è stata bellissima, il percorso molto veloce e comunque con capatine anche fuori dal centro, il traffico di Bologna è godurioso, la compagnia ottima, il cibo celestiale.
Una giornata divertente dal clima disteso insomma, in più ho concluso tutti i check-point nel tempo prestabilito, e mi sono portato a casa qualche premio. Ho pure finalmente corso insieme a Joan!
Per me l'evento passa la prova del nove!
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