martedì 27 gennaio 2009

E ruota fu!


Finalmente è pronta la ruota posteriore per la nuova bici! Nonostante il mal di schiena (per motivi futili che ora non sto a spiegare) consigliasse passeggiatine tranquille e spostamenti blandi con mezzi pubblici (il tutto alternato da buon riposo), non ho resistito a provare il pursuit con la gomma fresca fresca di montaggio.

Sembra che il mio primo vero incollaggio di palmer sia andato discretamente a buon fine, nonostante abbia glassato me stesso, il pavimento e la poltrona della mia scrivania in modo immane.

Il mozzo era già stato distanziato a dovere nei giorni scorsi, regalandomi una linea di catena ai limiti del commuovente. Un paio di martellatine alla ghiera di fissaggio, due aggiustatine di emergenza con il tiraraggi, ed oplà: biga finalmente in assetto!

Continuo a rimanere colpito dai tubolari: belli gonfi al punto giusto offrono un compfort fenomenale, e adesso che sto pigliando confidenza con la bici comincio a non preoccuparmi più tanto delle asperità. Anzi, sembrano assorbire decisamente meglio.

Per non parlare sull'asfalto liscio: corrono che è un piacere, e pure in curva danno un'impressione di maggior solidità.

Credo quindi che alla fine sia tutto un discorso di testa, meramente psicologico.

Adesso mi godo un po' la bici, finalmente, dopo tutto il tempo che l'ho vista lì ferma ed inutilizzabile. Intanto continuo a cercare pedali e mozzo posteriore definitivi, ma con calma, non c'è fretta.

domenica 25 gennaio 2009

The older the better!

Stile da vendere per questa conversione trovata su Fixed Gear Gallery! Bellissimo manubrio, freno anteriore a tamburo e gommatura 700 x 28. Una bici che, immagino, deve esser bella comoda.

Unica nota le manopole: è un elemento che sto rivalutando moltissimo, sopratutto nell'uso da passeggio. Quelle in foto però sono un po' troppo.. bianche? Il top sarebbero state delle manopole in cuoio con cucitura a vista. Con un bel paio di parafanghi in acciao o legno definitivamente da urlo ;)

sabato 24 gennaio 2009

Калинка!

Oggi, finalmente, il giro inaugurale. La ruota posteriore è ancora quella di emergenza, in attesa che sia finita quella vera propria, e (per pigrizia perchè già montato su) neanche il pignone è quello giusto.

L'impressione però è pazzesca: un cambio dal giorno alla notte... L'avevo già timidamente testata in fase di assemblaggio, ma non era mai del tutto serrata, quindi solo poche pedalate in cautela.

Oggi invece tutt'altro.

Qualche via presa in tranquillità giusto per prendere confidenza, molte soste per regolare sella e manubrio. Poi, trovato la giusta postura ho cominciato a prenderla molto più in scioltezza, e mi sono accorto che con questa bici non riesci a non spingere sui pedali. La posizione, la leggerezza... Insomma le gambe sembrano voler caricare da sole e mi sono ritrovato senza neanche farci caso a fare un bel giro tirato lungo la circonvallazione.

Nonostante un rapporto bello duro risulta essere ben più reattiva delle altre mie fisse morbide e l'impressione impugnando il manubrio è quella di avere una katana tra le mani: precisa, affilata, veloce.

Sono tornato a casa estremamente soddisfatto.

Adesso qualche nozioncina: il telaio è un inseguimento Faggin 55 x 58, per il quale devo ringraziare Pistamania e sopratutto Anna (visto che è stato il suo regalo di natale).

Movimento centrale Gipiemme; guarnitura e corona da 50 t Campagnolo; pedali Gipiemme Sprint (trovati in ciclofficina). Le gabbiettte e le cinghiette erano montate sui vecchi pedali della Ganna.

Serie sterzo Gipiemme; la pipa manubrio, abbastanza corta, è quella che montavo sulla Ganna prima dell'attuale, mentre il manubrio è un 3ttt.

Vecchi cerchi profilo basso per tubolare Nisi, arrivati direttamente dal velodromo e ampiamente snobbati (nessuno li vuole, quindi me li piglio io), mozzo anteriore Gipiemme flangia bassa, posteriore flip flop da pista Legnano flangia alta, ghiera in alluminio Campagnolo; pignone: provvisorio un 17 (come dicevo sopra per motivi di pigrizia...) che sviluppa un bel 79.4 x 17 punti skid, in attesa di metter su il pignone da 18 (75.0 x 9 di skid) che giace sulla mia scrivania vicino al mouse. Sinceramente devo ancora decidere il rapporto il (49/18 m'ispira..). Fatto sta che l'indecisione non mi ruba sonno, quindi farò con calma qualche prova.

Sella San Marco Laser (anche questa rubata a Jolie) e reggisella Gipiemme.

Dovrebbe esserci tutto. Me la sono montata con calma, senza fretta e con i componenti che volevo. Adesso manca solo una bella lucidata generale (quando ne avrò voglia) e qualche altro componentino per competarla: un mozzo posteriore pista flangia bassa Gipiemme (o Campagnolo), pedali da pista Gipiemme o Campa.

Per essere chiari subito: con la misura 58 mi trovo benissimo e non è troppo grande; si, lo so cosa sono i tubolari e voglio provarli. So anche la differenza che corre tra Gipiemme e Campagnolo.

Quindi direi chiusa qui ogni questione prima che nasca.

Di solito non bado al peso. Non bado a molte cose in realtà, però ieri per curiosità l'abbiamo fatto in ciclofficina: 8 Kg circa. Credo di non aver mai avuto una bici che pesasse meno di me...

Porterà un nome russo, perchè è rossa come il Viburno, e perchè assemblata in un inverno freddissimo e pieno di neve.

In realtà tutta la bici è completamente italiana dalla testa ai piedi (o dal manubrio alle ruote?), ma in fondo a me piacciono queste approssimazioni a spanne.

Una volta si faceva così, e si viveva sicuramente meglio.

lunedì 19 gennaio 2009

Piove e si lavora, piove e si lavora, piove e si lavora....

Bel tempo! Ma doveeee??!? Giornate grigie che più lunghe e pesanti non si può, pioggia freddo e poco tempo libero per dedicarsi a bici e girettare...

In mezzo alla full-immersion che mi tocca da qua a qualche settimana mi ritaglio un po' di lavoretti da fare per rilassarmi un po' e riposare il cervello.

Jolie è completamente smontata per aggiornamenti e sopratutto per manutenzione, visto tutto il sale, acqua e neve che si è beccata ultimamente. ritornerà comunque a giorni in attività.

Gauge invece è risorta, e al momento è la bici che più si addice al periodo: si è innanzitutto beccata in eredità la forca cromata dell'altra bici (che ne monterà una nuova), la guarniturona 52, il pignone posteriore e il manubrio da passeggio. via le gabbiette, su i parafanghi. con i suoi gommoni da 28, assetto basso e pesante, nonchè sella molleggiata si può navigare la città in piena senza problemi, comodi e pasciuti inguainati (sembra ancora per molto) in cappottoni e giacche a vento.

oltre la facilità di impiego anche esteticamente è tornata a splendere: vorrei solo trovare dei bei parafanghi in inox (al posto di quelli in plastica che ci ho messo su) e dei pedali cromati da passeggio, giusto per finire di investirla della sua più nobile funzione, quella per la quale quel telaio è nato, con tutta la dignità che merita.

citybike fu, citybike è ora, di nuovo, a tutto gli effetti. a modo mio però ;)

mi piace come sta venendo, così tranquilla ed invitante. non è per niente nervosa, bensì placida e morbida. tradisce il suo essere un animale da ciclofficina solo quella guarnitura enorme, tirata a specchio e così sguaiatamente in mostra.

presto delle foto, quando ci sarà un attimo di tregua dal cielo per poterle fare in tutta tranquillità.

sabato 10 gennaio 2009

[out of sale] ghiotta occasione!


Vendo guarnitura Stronglight Mygal 48 denti + pedali Rino neri con cinghietta bianca

Usati pochissimo: condizioni pari al nuovo!!!

Per info: unpensierofisso@libero.it

Intrighi e loschi piani (dei mostri disumani)

Pofferbacco: cosa bollirà mai in pentola?!?!? OH MY GOLD!

domenica 4 gennaio 2009

Cafè Racer


Scusate ma ho fatto un po' di casini con i post! Per fortuna ho recuperato tutto ;)
Specifico pure che momentaneamente la bici è mezza smontata e di nuovo nella vecchia versione per carenza di pezzi legata a ciclopasticci paralleli, comunque quanto prima tornerà in strada in veste Cafè Racer (forse con qualche ulteriore upgrade)!

L'ennesima evoluzione interessa solo ed esclusivamente sella e manubrio, ma il risultato è tale da stravolgere un po' tutto. Già da un po' volevo che la mia bici preferita, ormai l'unica (per ora) circolante fosse il più possibile comoda per girare in città, versatile e facile da portare anche bardato in giacca e cravatta.

Via quindi piega e pipa e largo ad un manubrio da passeggio da donna: posizione arretrata, schiena eretta e braccia più larghe. Manopole nere in gomma e sella nuova, anch'essa nera: più larga e imbottita rispetto alla San Marco che ora trova altra collocazione, senza rinunciare alla sua anima corsaiola, vista la provenienza pistaiola.

Queste due note di nero mi piacciono un casino sul telaio lasciato a nudo.

Confermato il 52/22, combinazione con cui giro bene in assoluta tranquillità vista la maneggevolezza.

Ho rubato dall'ambito motociclistico l'etichetta "cafè racer" per intitolare questo post e definire meglio la nuave veste della piratessa. E' una definizione abbastanza strana, anche perchè non facilmente inquadrabile. Diciamo che è un modo di intendere la moto nato un bel po' di anni fa in Inghilterra: moto veloci, sbruffone e casinare, spesso derivate da numerosi taglia e cuci su vecchi modelli o addirittura assemblando componenti di diverse maestranze, ottenendo così ibridi tanto belli ed eleganti quanto assurdi. I vecchi motard alla Marlon Brando, con tanto di brillantina e chiodo in pelle o giaccone da aviatore si sfidavano in gare cittadine (ricorda qualcosa?) e si davano appuntamento presso bar e pub, da qui la definizione Cafè racer.

Gli anni passano, e il fascino per queste moto nude, sportive e molto cool diventa moda allo stato puro e le case produttrici cominciano a valutare lo stile commercializzando modelli anche di grande successo: sono un terreno ottimo per i poser del motociclismo, i famosi bulli da bar di paese.

Ma gli appassionati restano, e di fianco alla massa rimangono gli eredi dei motard inglesi che fanno delle CR una vera e propria filosofia di vita, dando spazio ad una branca del custom molto interessante.

Orbene, tutta questa pappardella per dire che quando ho dato il colpo d'occhio globale alla mia bici dopo queste 2 piccole modifiche mi è tornato in mente quando da ragazzino rimanevo affascinato dalla CR che vedevo sulle riviste specializzate o quando seguivo i miei genitori ai motoraduni.

Naturalmente la cosa è meno sborona di quanto possa sembrare: semplicemente, in maniera molto più casereccia e, sopratutto, per puro caso credo che mi sia venuta fuori una bici che inconsapevolmente incarna molti di quegli aspetti: pezzi recuperati a destra e a manca, spesso incoerenti fra di loro, spesso vintage, assemblati a forza cercando di ottenere qualcosa buono per correre. Ma anche la semplicità, l'eleganza del ferro lasciato nudo, delle imperfezioni e degli sbuffi di grasso intorno a movimenti e mozzi.

Per ultimo il fattore moda: si è discusso ultimamente di questo aspetto. Volevo anche io aprire un post in merito, però poi ci ho ripensato e ne approfitto per dire la mia qui, prendendo spunto da quanto ho detto prima: come le CR la mia bici incarna una moda, una moda nata però a partire da un contesto preciso, perpretata da appassionati ed infine cavalcata negli anni dai famosi poser, modaioli o chicchessia.

Quindi tanto vale ammetterlo e pace: la fissa è tale e quale. C'è chi la vive perchè è la moda del momento e fa figo, e chi invece ci va in giro ogni giorno senza seguire blog, siti o partecipare ad alleycat o conoscere altri fissati, chi ci va da 30 anni e chi ha cominciato una settimana fa e la sua unica preoccupazione è il tanto famigerato freno davanti.

Secondo me è inutile creare distinzioni, polemiche, discussioni dai toni accesi. Come è inutile fare a gara su chi è arrivato prima, dopo o durante, chi è duro e puro o chi tra un mese metterà una Cinelli nuova di pacca in soffitta. Appassionati, dilettanti allo sbaraglio e poser... chissenefrega, l'importante è divertirsi e non prendersi mai troppo sul serio, ci sono già troppe rotture di balle da affrontare ogni giorno!